Toti lascia Forza Italia: e adesso?
di Paolo Lingua
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Il Punto di Paolo Lingua
Le burrascose previsioni si sono avverate: nel pomeriggio, al termine della riunione di vertice, Silvio Berlusconi ha nominato il nuovo coordinamento di Forza Italia che comunque si muoverà nei prossimi giorni per dar vita a un “recupero” dell’elettorato moderato e liberale “di centro” all’insegna del nome “L’Altra Italia”.
Nel nuovo coordinamento ha escluso Giovanni Toti, confermando i precedenti (Tajani, Bernini, Gelmini, Carfagna e inserendo Giacomoni). Da qui è scattata la rottura – peraltro annunciata – con il presidente della regione Liguria che ha commentato: "Ci sono le condizioni per le quali ognuno andrà per la sua strada. Forza Italia esce da se stessa". Poi ha ironizzato: "La tragedia si è trasformata in farsa. Buona fortuna".
Toti, a quel che si è appreso, darà vita a un suo movimento autonomo “Cambiamo insieme”. Con questa insegna compirà un giro per tutta l’Italia per “fare quello che altri per egoismo non hanno avuto il coraggio di fare”. I due movimenti, a quel che pare, indiranno anche le primarie prima d’un congresso.
Ma tempi, modi e strategie si vedranno più chiaramente nelle prossime settimane perché, a parole, sia Berlusconi e il suo “cerchio magico” di fedelissimi, sia Toti vogliono parlare alla medesima (e potenziale) area politica e ideologica: moderati, cristiani, liberali, europeisti. L’obiettivo è reinserire nell’area dell’alleanza potenziale di centrodestra (entrambi vorrebbero la crisi del governo con elezioni politiche ne un rilancio di coalizione come è da sempre avvenuto nelle regioni e nei comuni) dove cresca appunto l’elemento politico “moderato”.
Quest’ultimo termine è adombrato in tutte le istanze e sui due fronti da oggi contrapposti ma non è facile disegnarne i contorni e le peculiarità specifiche. Toti parla – da tempo – di identificare un “nuovo” che avanza; Berlusconi punta a confermare quelli che lui ritiene da sempre gli aspetti peculiari della sua azione politica.
Ora bisognerà capire quale sarà il consenso che Toti potrà sollevare nell’annunciato “tour” per l’Italia. Nuove identità e nuove persone fisiche e recupero dei “berlusconiani” delusi. Difficile obiettivamente fare previsioni. Toti afferma che Forza Italia, in calo continuo di suffragi e di popolarità, ha bisogno d’una iniezione di novità. L’ex cavaliere ovviamente conta ancora su quello che resta della sua leadership e dei suoi mezzi di comunicazione.
Molto dipenderà, se si vuol fare un ragionamento ponderato, da quello che accadrà in tutto il mondo politico e partitico italiano, in un momento di trasformazione e di crisi interna sia a destra sia a sinistra. E soprattutto se, cadendo il governo (dopo la legge finanziaria, per votare a marzo?), si creeranno nuovi assetti e nuove alleanze.
Non va dimenticato che in primavera sono previste anche elezioni amministrative che vedranno in campo regioni e comuni importanti, tra i quali in primo luogo la Liguria, ovvero il campo di battaglia per eccellenza di Toti. Ma proprio in Liguria il presidente incontra qualche difficoltà.
Esiste il problema degli amici di Claudio Scajola ostili a Toti e che sono forti nella provincia di Imperia e in gran parte della provincia di Savona. Ma con Berlusconi restano il deputato Roberto Bagnasco e il figlio Carlo sindaco di Rapallo. Forza Italia in Liguria è dunque a macchia di leopardo.
Ma se Toti, come pare, si ricandiderà, alla fine della favola si darà vita, sia pure con liste alleate a una “grande coalizione” considerato che Matteo Salvini e la Lega in generale non nascondono le loro simpatie per Toti? Tutti i giochi a questo punto sono aperti e la vicenda dei due partiti “moderati” si innesta nel contorcimento della politica italiana, un fenomeno che si accentuerà rapidamente e che potrebbe presentare sorprese, considerata la volubilità dell’elettorato.
Paolo Lingua
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