Toti, il tormentato percorso verso le elezioni
di Paolo Lingua
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Il Punto di Paolo Lingua
E’ molto difficile, per non dire quasi impossibile, prevedere che cosa accadrà nel panorama politico nazionale e territoriale da oggi alla prossima primavera, quando saranno possibili due tornate elettorali: una per rileggere un nuovo Parlamento, un’altra per il rinnovo di alcune regioni (tra cui la Liguria) e una tranche di amministrazioni locali.
I riflettori da ieri sono puntati su Forza Italia che dovrebbe modificare, almeno sul piano nominale, il proprio banner diventando “L’Altra Italia” sotto la leadership storica del fondatore Silvio Berlusconi e “Cambiare” il nuovo vessillo del dissidente Giovanni Toti che punta, dal prossimo autunno, a una sorta di “grand tour” per tutta l’Italia per dar vita alla nuova realtà che dovrebbe aggregare l’elettorato moderato e comunque allearsi in maniera tradizionale con la coalizione di centrodestra, ovvero con la Lega e con Fratelli d’Italia.
Stamani Toti ha ribadito in più occasioni la propria linea, constatando che Forza Italia non vuol cambiare e che resta prigioniera della leadership autoritaria e autoreferenziale del suo fondatore. La situazione non resterà cristallizzata nelle due posizioni che ieri si sono autoconfermate ma subirà modificazioni, sia tattiche sia strategiche, nel ruzzolare dei prossimi mesi.
Tutti infatti aspettano che, in qualche modo, sia approvata la legge finanziaria che è una sorta di obbligo tecnico anche a livello europeo. Ma dopo riemergeranno i forti contrasti tra i due partiti che sostengono il governo e la crisi sarà, probabilmente, inevitabile. Si dovrà andare alle elezioni politiche per dar vita a un nuovo esecutivo che sarà quasi certamente di centrodestra.
Ma nella nuova coalizione convivranno il partito di Berlusconi e quello di Toti? I quali partiti andranno al voto divisi oppure in coalizione? E Salvini li accetterà entrambi nella medesima famiglia? E poi, sempre per seguire l’incalzare delle domande, cosa accadrà per le regionali? Toti resterà in Liguria candidato della coalizione tradizionale sia pure caratterizzata dall’aumento delle bandiere? Il vessillo di Toti, dopo l’annunciato “grand tour”, sarà presente in tutte le regioni raccogliendo nuovi adepti e i dissidenti di Forza Italia?
Nella stessa Liguria le posizioni, come si è già previsto nei giorni scorsi, le posizioni sono divise. A Levante, in parte a Genova e più consistentemente nel Tigullio, i parlamentari Roberto Bagnasco e Roberto Cassinelli, hanno confermato la loro fedeltà a Berlusconi. Molti interrogativi, inoltre, riguardano invece tutta l’area di Ponente da larga parte della provincia di Savona alla provincia di Imperia dove è forte la presenza tradizionale di Claudio Scajola che in passato non ha mai avuto un grande feeling con Giovanni Toti.
Ma queste forze si ricongiungeranno per le elezioni regionali per impedire una rivincita da parte d’un centrosinistra ancora frastornato da una serie di sconfitte e alla ricerca di leader di riferimento credibili? Il M5s sembra avere ormai poca credibilità nella regione che pure ha dato i natali al suo fondatore Beppe Grillo che da tempo tace e scuote la testa scontento di scelte operative e di strategie nelle quali non crede.
Toti avrà dalla sua i fedelissimi Cavo, Giampedrone, lo stesso Marco Scajola nipote del leader storico, Vaccarezza e altri personaggi locali. Ma che accadrà di imprevisto e quali piccoli terremoti si succederanno in Liguria, visto che la amministrazioni è ormai agli sgoccioli e la campagna elettorale, nel volgere di due o tre mesi, dovrà essere predisposta e organizzata?
Sono più di uno i percorsi che si aprono dinanzi alla nuova creatura partorita da Giovanni Toti, considerato inoltre che tutte le forze chiedono a gran voce una modifica dell’assetto della legge elettorale con la presumibile abolizione del listino e alcune modifiche del sistema. Anche questo influirà sulle alleanze e sulle prospettive.
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