Sul governo Draghi si spacca il M5s

di Paolo Lingua

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Sul governo Draghi si spacca il M5s

Non sarà una passeggiata del tutto tranquilla la procedura del voto di fiducia al governo Draghi prevista per mercoledì e giovedì al Senato e alla Camera. Nei giorni scorsi è già avvenuta una mini-rottura nello schieramento dell’estrema sinistra, con l’annuncio del “no” di Fratoianni. Più pesante e complessa appare la battaglia, peraltro in corso da mesi anche per motivazioni politiche che precedevano la formazione del nuovo esecutivo, scoppiata all’interno del M5s. Il “la” all’opposizione al nuovo governo è venuto da un senatore genovese del movimento grillino, Matteo Crucioli, che ha annunciato un deciso voto contrario nella seduta di mercoledì. Agli esponenti del M5s in crisi non vanno giù la alleanza a 360 gradi che sostiene Draghi (in particolare la Lega e Forza Italia) e i “precedenti” operativi del neo-presidente quando era a capo della Banca d’Italia e della Bce.

Sono posizioni critiche che da settimane sono enunciate da Di Battista. E allora? La previsione, da prendere con cautela perché sino all’ultimo non sarà facile capire sino in fondo il peso dell’opposizione interna al partito, indica una decina di senatori e forse una ventina di deputati. Chi voterà “no” sa già che non potrà restare all’interno dei Cinque Stelle. Se ne andranno subito oppure saranno espulsi, come è avvenuto in passato per altri dissidenti. I ribelli non si sono ancora contati per capire se potranno dar vita a gruppi parlamentari omogenei (sino all’ultimo di parla di promesse, pressioni e minacce  nei confronti dei presunti “ribelli”: il conto avrà senso solo al termine della votazione): ma è quasi certa la nascita d’un nuovo movimento nel quale entrerà certamente Di Battista.

In seguito il M5s dovrà prima o poi andare a congresso e allora si scopriranno altre nuove carte. Senza contare che non è ancora chiaro cosa accadrà quando il governo Draghi, in particolare tramite i ministri tecnici esterni ai partiti, ne marcheranno il carattere in specifiche scelte. Le più importanti saranno la nuova politica della sanità con la guerra, la più veloce possibile, alla pandemia tramite una accelerata vaccinazione e la strategia per la ripresa economica anche con le scelte qualificanti del Recovery che dovranno essere approvate entro aprile anche a livello europeo. Ma non mancheranno altri aspetti complementari: dalla politica assistenziale alla strategia della riforma della giustizia. Sono tutti temi nei quali, al di là degli annunciati ribelli e scissionisti, il movimento grillino ha posizioni differenti dai sostenitori del governo. Ma le distanze di fondo0 non sono solo nei confronti dei partiti di centro e di centrodestra, ma ci sono forti differenze di contenuti sia con il Pd sia con Italia Viva. Una vecchia storia che è una delle cause degli stop e dei rinvii durante il governo di Giuseppe Conte.

Questa situazione apre punti interrogativi, in questa vigilia non priva di dubbi, sul Pd, all’interno del quale navigano inquietudini, non anto sui potenziali contenuti dei prossimi provvedimenti del governo, quando sugli assetti del partito e le sue mosse alla vigilia di molti importanti appuntamenti elettorali della primavera. La polemica cosiddetta “di genere” (la presenza di donne nell’esecutivo) sollevata dallo stesso Zingaretti appare eccessiva, perché sono altri i problemi che premono sulla politica: semmai sembra nascondere altre inquietudini interne da tempo represse. Invece diventa complessa la strategie elettorale prossima, visto che i tempi sono stretti. Reggerà dovunque (basterebbe pensare solo a Roma o a Napoli, se non a Torino) l’alleanza con il M5s? Alle regionali d’autunno non è stato possibile ai due partiti stare insieme quasi in nessun collego, con la sola eccezione della Liguria dove però sono stati commessi errori a valanga, con una sconfitta delle più pesanti della storia recente. Non ci aspettano dunque settimane tranquille dopo il vot9o di fiducia (il cui esisto è scontato) perché il fuoco, come avviene spesso in Italia, cova sempre sotto la cenere.