Stop taser per la Poliza Locale di Genova, Traverso (Siap): "Scelta opportuna ma occorre approccio tecnico"

di R.T.

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Stop taser per la Poliza Locale di Genova, Traverso (Siap): "Scelta opportuna ma occorre approccio tecnico"
"La decisione della Giunta comunale di Genova di interrompere la sperimentazione relativa alla dotazione del taser alla Polizia Locale, a mio avviso, è stata corretta. Non si tratta infatti di uno strumento qualsiasi, ma di un dispositivo che richiede un livello di formazione altissimo, garantibile soltanto da formatori abilitati delle Forze dell’Ordine, come la Polizia di Stato o i Carabinieri. Per quanto mi risulta, non era stata avviata concretamente alcuna iniziativa per richiedere questo tipo di collaborazione istituzionale , e quindi forzare i tempi sarebbe stato un errore." - lo scrive Roberto Traverso, Segretario Generale del Siap Genova.
"Tengo a precisare che questa posizione non è nuova: la sostenevo già quando, con la precedente giunta, era uscita la notizia che sarebbe iniziata la sperimentazione. In quell’occasione avevo ribadito la necessità assoluta di affrontare il tema del taser in maniera tecnica, senza improvvisazioni e senza scorciatoie. A conti fatti, occorre ricordare che quella sperimentazione in realtà non è mai partita, e oggi la scelta di non proseguire su quella strada mi sembra ancora più comprensibile e sensata."
"Il taser è uno strumento molto delicato: non significa semplicemente “dotare” un corpo di polizia di una nuova arma, ma introdurre un dispositivo che ha regole rigidissime di utilizzo e che può produrre conseguenze importanti. Funziona solo se c’è preparazione tecnica accurata, addestramento costante e capacità operativa consolidata. Prima di pensare a un suo impiego da parte della Polizia Locale, è necessario garantire percorsi formativi specifici, continuativi e certificati."
"Vorrei però sottolineare un punto fondamentale: la questione del taser non deve trasformarsi in un terreno di scontro politico tra destra e sinistra. Troppo spesso, purtroppo, alcune discussioni su strumenti di sicurezza vengono strumentalizzate a fini politici, come se la sicurezza dei cittadini e la protezione degli operatori potessero diventare una bandiera ideologica. Questo tipo di contrapposizione non fa bene né alla sicurezza né al dibattito pubblico. Il taser in Italia è stato introdotto già nel 2018 e da allora è stato oggetto di verifiche e discussioni tecniche: non siamo davanti a un tema nuovo, e proprio per questo il dibattito non dovrebbe mai scivolare sull’ideologia politica, ma restare sul piano tecnico, operativo e formativo."
"Lo strumento, se usato correttamente, è indubbiamente un ottimo deterrente. Ma proprio perché può rivelarsi decisivo in situazioni di rischio, deve essere maneggiato con la massima cautela, seguendo regole chiare e percorsi formativi adeguati.
Ridurre questa materia a uno scontro politico è sbagliato e pericoloso: si rischia di banalizzare una questione che riguarda invece la sicurezza concreta di operatori e cittadini. Serve un approccio serio, tecnico e responsabile, fondato sulla formazione e sulla tutela della sicurezza pubblica."

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