Stati Uniti, Trump punta sul geotermico: la scelta inaspettata per l’energia americana
di Simone Galdi
Il piano energetico di "The Donald" ignora l’eolico offshore ma include il geotermico, un’opzione sorprendente per la sua politica

In un incontro alla Casa Bianca, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sorpreso molti includendo l’energia geotermica nel suo piano di "dominazione energetica americana". Nonostante il suo noto favore per i combustibili fossili e il netto rifiuto dell’eolico offshore, Trump ha concesso spazio al geotermico, un settore che fino a poco tempo fa aveva una presenza limitata negli Stati Uniti.
Il piano - Il piano energetico di Trump escludeva fonti rinnovabili come l’eolico onshore e il solare, ma includeva tre eccezioni: biocarburanti, idroelettrico e, sorprendentemente, geotermia. Se il sostegno ai biocarburanti e all’idroelettrico può essere spiegato dalla loro lunga storia e dagli interessi consolidati nel settore energetico, la scelta della geotermia appare meno immediata.
Geotermia - Tradizionalmente limitata agli stati occidentali con caratteristiche geologiche favorevoli, la geotermia sta vivendo una rivoluzione tecnologica. Nuovi sistemi di perforazione consentono di sfruttare il calore della Terra anche in aree dove prima non era possibile. Questo cambiamento ha attirato l’interesse delle grandi aziende del settore petrolifero e del gas, che vedono un’opportunità nel trasferire le loro competenze alla geotermia avanzata.
Gli investimenti - Un segnale chiaro dell’interesse del settore petrolifero per la geotermia è arrivato dal Dipartimento dell’Energia, che ha finanziato con 4,5 milioni di dollari nel 2019 la startup Fervo Energy, specializzata in tecnologie geotermiche avanzate. A questo si è aggiunto un investimento da 10 milioni di dollari da parte di Liberty Energy, guidata dall’attuale Segretario dell’Energia Chris Wright, ex CEO della stessa Liberty. Nel gennaio scorso, Devon Energy ha guidato un nuovo round di finanziamenti da 244 milioni di dollari per Fervo, puntando sul progetto Cape Station in Utah, un impianto da 400 megawatt.
L’accordo - Il settore non sta solo attirando capitali privati, ma anche accordi di fornitura di energia. Venerdì scorso, Clean Power Alliance (CPA), una delle principali utility californiane, ha annunciato un contratto di acquisto con Fervo per l’energia prodotta da Cape Station. L’accordo, della durata di 15 anni, permetterà a CPA di aumentare la capacità di fornitura di energia rinnovabile continua, raggiungendo i 48 megawatt.
La sfida - Il vantaggio del geotermico è la sua produzione continua, a differenza dell’eolico e del solare, che sono intermittenti. Questo lo rende un candidato ideale per ridurre la dipendenza dalle centrali a gas, che tradizionalmente garantiscono la stabilità della rete. Con la crescita dello stoccaggio energetico e lo sviluppo della geotermia avanzata, il settore si candida a rivoluzionare il panorama energetico statunitense nei prossimi anni.
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