Spighe Verdi 2025, salgono a 90 i Comuni premiati con 17 nuovi ingressi

di Sagal

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Assegnato il riconoscimento ambientale a località rurali di 15 Regioni italiane, esclusi due Comuni rispetto al 2024

Spighe Verdi 2025, salgono a 90 i Comuni premiati con 17 nuovi ingressi

Novanta Comuni italiani hanno ottenuto il riconoscimento “Spighe Verdi” 2025, attribuito dalla Foundation for Environmental Education (Fee) in collaborazione con Confagricoltura. L’iniziativa, giunta alla decima edizione, premia le località rurali che si distinguono per politiche ambientali virtuose.

Riconoscimenti ambientali – L’elenco delle “Spighe Verdi” si allunga: rispetto ai 75 Comuni certificati nel 2024, quest’anno il numero sale a 90, con 17 nuove località inserite e 2 escluse. Il riconoscimento viene attribuito a seguito di un’analisi basata su 67 indicatori che compongono 16 macro-aree, definite da Fee Italia e Confagricoltura per valutare l’impegno dei territori su gestione sostenibile, tutela del paesaggio, agricoltura e qualità della vita.

Cerimonia ufficiale – Le nuove certificazioni sono state annunciate durante una cerimonia al Consiglio Nazionale delle Ricerche, alla presenza dei sindaci vincitori. In tutto, le Regioni rappresentate sono 15. Il Piemonte è in testa con 18 Comuni premiati, seguito da Calabria (10), Marche (9), Toscana, Umbria e Puglia (8 ciascuna), Campania (7), Lazio (5), Sicilia e Abruzzo (3), Veneto, Basilicata e Lombardia (2), Emilia-Romagna (1).

Nuovi ingressi – Le 17 località che entrano per la prima volta nella lista sono: San Salvo (Abruzzo); Pisticci (Basilicata); Cariati, Sellia Marina e Villapiana (Calabria); Monteforte Cilento (Campania); San Felice Circeo (Lazio); Andora e Borgio Verezzi (Liguria); Acqui Terme, Carignano, Chiusa di Pesio, Narzole, Poirino (Piemonte); Modica e Vittoria (Sicilia); Gubbio (Umbria).

Esclusioni – Non sono stati riconfermati, invece, i Comuni di Pontinia (Lazio) e Acquasparta (Umbria), che risultavano presenti nell’elenco 2024.

Obiettivi – Il programma “Spighe Verdi” si propone come guida per l’attuazione di buone pratiche ambientali nelle aree rurali, modellando politiche locali orientate alla sostenibilità. “Ogni nuovo Comune che si certifica si fa ambasciatore del made in Italy – ha dichiarato Claudio Mazza, presidente della Fee Italia – testimone virtuoso di innovazione agricola, educazione ambientale, valorizzazione delle tradizioni locali e cura del paesaggio”.

Ruolo dell’agricoltura – Secondo Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, il settore agricolo è parte centrale del progetto: “Dalle pratiche sostenibili all’economia circolare, dalla tutela del paesaggio alla valorizzazione delle produzioni tipiche e dell’accoglienza: questi i pilastri che guidano il lavoro delle imprese. Il riconoscimento non è un traguardo, ma un impegno continuo per promuovere turismo esperienziale, cultura enogastronomica e competitività per le comunità locali”.

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