Genova, spacciatore non ingoia palline di droga per digiuno Ramadan: denunciato
di Redazione
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Quarantenne preferisce guai giustizia piuttosto che contrastare dettami islam
Sorpreso dai poliziotti con in bocca due palline di cocaina uno spacciatore tunisino a digiuno per il Ramadan ha preferito la denuncia piuttosto che ingoiare la droga e contrastare i rigidi dettami dell'Islam. Il fatto è successo ieri pomeriggio nei vicoli di Canneto, parte del centro storico da giorni finita sotto la lente perché uno spacciatore ha lanciato dell'acido ad un connazionale ustionando anche tre avventori di un bar. Il pusher tunisino è stato bloccato dagli agenti della squadra giudiziaria del commissariato Centro nel corso di alcuni controlli nella zona. Alla vista degli investigatori il quarantenne ha provato a rifugiarsi in un call center di via San Giorgio, ma è stato fermato e controllato: gli agenti si sono accorti subito che nascondeva qualcosa in bocca e hanno scoperto le due palline di cocaina. L'uomo ha ammesso di non averle ingoiate perché non può ingurgitare nessuna sostanza, ha aggiunto.
Grazie a questo intervento pochi minuti dopo gli agenti hanno bloccato e arrestato un altro tunisino nel vicino vico delle Camelie: nella casa dello spacciatore sono state trovati 40 grammi di cocaina confezionati con lo stesso tipo di palline sequestrate nella bocca dello pusher digiuno. Ogni confezione contiene circa un quarto di grammi di stupefacente.
Il digiuno (sawn) è uno dei cinque doveri della fede islamica. Gli altri sono la professione di fede (kalima), la recita quotidiana delle cinque preghiere (salat), l’elargizione delle elemosine (zakat) e il compimento, almeno una volta nella vita, del pellegrinaggio (hagg) a La Mecca (Arabia Saudita). La mancata osservanza di questi precetti, in alcune delle comunità più osservanti, può comportare l’imputazione del reato di apostasia
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