Sopraelevata: il crollo misterioso dei cavi

di Paolo Lingua

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Sopraelevata: il crollo misterioso dei cavi

La vicenda da due giorni è nota: sotto la Sopraelevata, all’altezza di Palazzo San Giorgio, sono crollati sotto la Sopraelevata  centinaia di metri di cavi. Una cinquantina di auto hanno avuto danni più o meno gravi e quattro persone sono rimaste, per fortuna, solo lievemente ferite. Una vicenda bizzarra e, per molti aspetti, assurda, come del resto continuano a sembrare fatti simili anche più gravi.  I cavi sono crollati per centinaia di metri: sembrano strutture di comunicazione, ma non si riesce a capire a chi appartengano, a chi sia stata concessa la collocazione e con quale contratto e, soprattutto, a chi toccava il controllo sulla concessione e sulle eventuali manutenzioni. Vicenda bizzarra e con non pochi  aspetti incongrui. L’aspetto incongruo della vicenda che non sarebbe mai scoperta se non ci fosse stato il crollo improvviso dei cavi. Ora, secondo le ultime notizie (ma la magistratura sta ancora indagando), sembra che i cavi siano riconducibili alla Autorità Portuale, con un riferimento che risalirebbe ancora alla fine degli anni Novanta. Non sono ancora chiari i permessi e le concessioni, oltre che le funzioni, trattandosi di realtà di natura pubblica. Inoltre occorrerebbe chiarire se sono mancati controlli e manutenzioni, perché restano ancora incomprensibili i cedimenti e i crolli. Ma come era stata realizzata la concessione lungo una struttura di servizio pubblico come la Sopraelevata? E come dovevano essere gestite queste realtà specifiche di servizio? Il mistero è per il momento fitto. I danni provocati nei giorni scorsi sono stati, per molti aspetti, una sorta di sorpresa per la città e per la collocazione sotto la Sopraelevata, una struttura che, nel corso di qualche decennio, s’è dimostrata fondamentale e straordinaria per il servizio reso alla città, collegando il Ponente e il Levante, superando un ingorgo fisiologico che avrebbe bloccato o intasato po0gni collegamento già di per sè complesso tra i due centri operativi della città. La Sopraelevata, al di là di qualunque critica facilona e superficiale, realizzata con una metodologia veloce di scavalcamento burocratico, antesignana del cosiddetto “commissariamento”, resta una struttura di servizio fondamentale per Genova e per fortuna sono spariti i propositi di chi la voleva demolire nel “dream” d’un sottopassaggio in porto che sarà difficilmente realizzabile. Ma, con i crollo dei pesanti cavi dei giorni scorsi. La Sopraelevata ha messo in luce una pericolosità “indiretta” di cui nessuno. Era a conoscenza: Sempre che si siano state concessioni ufficiali e perfettamente in regola, resta il fatto che nulla era mai apparso ufficialmente  e, a questo punto, sarebbe interessante capire “come e perché”, ma soprattutto, come è emerso, perché non sembra ci siano stati controlli adeguati e manutenzioni, considerato che la funzione della struttura è pubblica. Occorre, a questo punto, chiarezza e vanno rese pubbliche tutte le responsabilità sia di gestione sia di controllo. La vicenda, pur paradossale, per grazia delle sorte, non ha provocato danni più gravi alle cose e in particolare alla persone.  Ma, in questi casi, è troppo facile appellarsi alla fortuna e al caso. La magistratura dovrà chiarire responsabilità civile e penali oltre che personali. Resta però molto stano come la vicenda non sia emersa nella sua chiarezza potenziale, al momento del piccolo dramma. Certamente, a cominciare dal Ponte Morandi, Genova ha conosciuto tragedie assai maggiori, ma anche la questione dei cavi crollati sotto la Sopraelevata non va sottovalutata . E’ uno dei tanti aspetti di trascuratezza, di mancanza di controllo e di manutenzione e di assoluta indifferenza nei confronti dei potenziali danni alle cose e alle persone. Il mondo pubblico oggi è bizzarro: o crea polemiche violenteoppure assoluta trascuratezza per tutto quanto riguarda i potenziali rischi nella vita di tutti i giorni.