Sindacati in difesa del comparto Automazione di Leonardo
di Paolo Lingua
Grazie alla mediazione del prefetto di Genova Carmen Perrotta, il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti riceverà nei prossimi giorni una rappresentanza sindacale per affrontare il tema del comparto “Automazione” che fa parte del gruppo “Leonardo” a partecipazione statale, erede della storica Finmeccanica dell’Iri. Ieri, come racconta la cronaca, c’è stata una manifestazione di sciopero, molto nutrita e molto agguerrita. La questione in campo è molto delicata e coinvolge un settore produttivo storico che ancora oggi da lavoro diretto a oltre 400 dipendenti. I vertici di Leonardo, da tempo, hanno annunciato di volere, di fatto, vendere o trovare un partner finanziario o industriale per gestire il settore “Automazione” che non sarebbe più funzionale alle strategie del gruppo.
Vale la pena ricordare che “Automazione” è l’erede di fatto una storica azienda pubblica ligure la “Elsag” che era una eccellenza, anche per il livello tecnologico, di livello internazionale sino a meno di vent’anni fa e che ha iniziato il declino quando l’altra componente internazionale che la costituiva, la “Bailey” venne, quasi certamente per un errore strategico, ceduta a un gruppo estero. I sindacati dei metalmeccanici di Genova contestano la strategia operativa di “Leonardo” sostenendo che la cessione eventuale di “Automazione” è frutto di una visione finanziaria piuttosto che d’una strategia industriale. I sindacati, come è ovvio, puntano sul rilancio produttivo e occupazionale, anche nell’intento di difendere e potenziare il ruolo industriale del territorio che pure, nel corso degli ultimi anni, ha avuto non pochi scricchiolii. Basterebbe citare le infinite difficoltà che da anni riguardano la siderurgia per la interminabile trattativa con Arcelor Mittal e le fortune alterne del gruppo Piaggio.
Il gruppo Leonardo ha progetti e strategie importanti e il mondo del lavoro a Genova e in Liguria punta molto sulle sue chances internazionali, anche perché riassume in sé la parte più importante della storia e dello sviluppo economico del territorio. Per questo motivo, la posizione sindacale è stata molto dura e ha chiesto il coinvolgimento, oltre della prefettura, anche della Regione e del Comune. Tutte le istituzioni si sono dichiarate disponibili all’incontro con il ministro Giorgetti che certamente avverrà in tempi relativamente stretti. Al di là delle strategie imprenditoriali, la pandemia ha creato un numero ingente di posti di lavoro per il momento collocati in cassa integrazione, oltre che pesanti percentuali di disoccupazione. Ma dato che il governo preme per una ripresa in tempi rapidi, nella prospettiva d’un netto calo delle infezioni e della diffusione del virus, ci sono forti attese di rilancio produttivo e di un rilancio dell’occupazione, soprattutto nei settori strategici di industrie legate a tecnologie avanzate.
La partita in corso, per la difesa di “Automazione” e del tutt’altro che trascurabile pacchetto di dipendenti, molti dei quali con ruoli di alta qualità, non è delle più facili e gli stessi sindacati sono preoccupati. C’è quindi la disponibilità a uno scontro duro. Ma , naturalmente, si spera molto nel “faccia a faccia” a livello governativo e ministeriale, considerati tutti gli aspetti legati all’attuale momento politico alla vigilia della messa a punto del “Recovery Plan” che dovrà essere presentato a livello europeo. Adesso quindi l’intera questione si sposta da Genova e Roma e tutti stringono i denti nella speranza di trovare una “quadra” della complessa vicenda.
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