Scuole, a Genova liste d'attesa azzerate per inclusione e assistenza ai disabili
di Redazione
L'assessore Grosso: "Un risultato che premia gli sforzi fatti per garantire a tutti assistenza adeguata, a partire dalle fasce più deboli"
Il 2021 si apre con una situazione ottimale rispetto alla domanda/offerta dei servizi di inclusione scolastica riservati ai bambini disabili: tutte le famiglie aventi diritto che hanno presentato richiesta hanno potuto accedere ai servizi. "L’ amministrazione ha risposto al 100 per cento a queste esigenze - spiega l’assessore alle Politiche dell’istruzione Barbara Grosso - un risultato che premia gli sforzi fatti per garantire a tutti adeguata assistenza e trasporto scolastico, a partire dalle fasce più deboli e anche in un momento di emergenza sanitaria".
Nella fascia 0-14 anni, 1.069 alunni con bisogni particolari usufruiscono del servizio specialistico di assistenza per l’autonomia e la comunicazione o del servizio di sostegno didattico nei nidi nelle scuole comunali, statali e paritarie del primo ciclo (infanzia, primaria e secondaria di primo grado). Sono invece 76 gli alunni, dai 6 ai 18 anni, accolti nei poli dedicati ai bambini con forme più gravi di disabilità, mentre usufruiscono del servizio di trasporto scolastico con sistema di accreditamento 189 alunni, dai 3 ai 18 anni, con forme di disabilità principalmente motorie.
Sul fronte della scuola primaria, come previsto dalla normativa, sono state erogate agli alunni 21.837 cedole per la fornitura gratuita dei libri di testo e, in considerazione dell’emergenza sanitaria, per la prima vota è stata prevista la fornitura di cedole anche per gli alunni che seguono l’istruzione parentale: tutte le richieste, circa una ventina, sono state accolte. Sono state inoltre soddisfatte le 4.905 domande di contributi della spesa per i libri di testo degli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Un trend assai positivo anche per il settore scuola, che fa registrare una percentuale di risposta alle famiglie pari al 98,7 cento relativamente alle scuole dell’infanzia. I nidi, in ogni caso, riducono le liste di attesa del 27,8 per cento rispetto all’anno scolastico 2018/2019.
"Stiamo lavorando per riuscire a traguardare, intorno alla metà di febbraio, il totale soddisfacimento (100 per cento) delle richieste di ammissione per l’anno scolastico 2020/2021" prosegue Barbara Grosso. In questa prospettiva, in anticipo rispetto al consueto periodo d’iscrizione, alle famiglie rimaste in lista di attesa verranno proposte sedi alternative a quella prescelta, anche se non indicate nella domanda. Nel caso in cui le opzioni suggerite non venissero accolte, si proseguirà nel presentare le offerte di posti disponibili nelle scuole dell’infanzia convenzionate con retta agevolata.
Dopo la pausa estiva, hanno regolarmente riaperto a settembre 49 scuole d’infanzia, 35 nidi e 11 sezioni primavera, con un’utenza complessiva di 5.188 bambini, mentre a fine dicembre ne sono stati ammessi altri 1.450 nei nidi, 3.596 nelle scuole infanzia e 142 nelle sezioni primavera.
"In una situazione di emergenza sanitaria, la vera sfida è stata quella di riuscire ad assicurare il rientro nei servizi educativi della prima e primissima infanzia, a partire dai centri estivi. In questo modo abbiamo potuto rispondere adeguatamente alle famiglie che, con circa 500 domande d’iscrizione, hanno rinnovato la loro fiducia nei servizi educativi comunali – dice ancora Grosso – L’esperienza maturata durante i centri estivi ha costituito una base per rimodulare il progetto educativo a lungo termine, coniugando l’esigenza di fornire un servizio a misura di bambino con il rispetto delle norme di sicurezza. Il coordinamento e il monitoraggio dei referenti Covid e la collaborazione con Asl hanno giocato un ruolo fondamentale in questi primi quattro mesi di frequenza, dove ognuno ha contribuito a rendere il nido e la scuola dell’infanzia una rete di opportunità e di socialità".
Per quanto riguarda i servizi sociali, sono state circa 23 mila le persone che nel 2020 hanno richiesto prestazioni al Comune di Genova. Dal 2017 al 2020, i cittadini presi in carico dai servizi sociali nell’ambito delle cinque aree di competenza (minori, adulti, anziani, disabili e migranti) sono aumentati in particolare per la crescita dei disabili (+139 per cento), della platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza (+56 per cento della fascia adulti tra i 18 e i 64 anni), degli anziani (+19 per cento) che richiedono servizi domiciliari, ad esempio una badante o un’assistenza familiare, dei minori (+11 per cento). In aumento il numero dei disabili presi in carico dal Comune di Genova, che oggi segue 3.186 utenti, e la richiesta di servizi domiciliari attraverso il sistema di accreditamento Doge, che assolve il 100 per cento delle richieste, con i 142 beneficiari.
"Con l’emergenza pandemica – spiega il consigliere delegato ai Servizi sociali Mario Baroni – la sfida, affrontata con positivi risultati dai nostri uffici, è stata quella di ricalibrare quasi completamente l’offerta in base a una mutata domanda di servizi. Ad esempio, sulle disabilità, è calata la richiesta di trasporto per i centri diurni riabilitati, chiusi causa Covid, e, oltre a ristorare i gestori del servizio di trasporto per il calo dell’attività, stiamo rivalutando le domande delle persone che non avevano avuto accesso al servizio di trasporto e di sostegno per la permanenza a casa".
Assolte al 100 per cento anche le domande per il trasporto lavorativo dei disabili, mentre è in corso un confronto con la Asl 3 genovese per il monitoraggio delle 86 persone in lista per il trasposto riabilitativo, servizio che entro febbraio sarà in grado di servire 350 utenti, 30 in più rispetto al 2020.
"Le liste di attesa sono pari a zero per i disabili che hanno fatto domanda ad esempio per una badante e per i servizi per le gravissime disabilità e la non autosufficienza – aggiunge Baroni - grazie alla sinergia con Regione Liguria, abbiamo esaurito tutte le 626 domande su ogni linea di intervento. Ora gli sforzi dell’amministrazione sono rivolti ad assolvere tutte le domande sulle richieste di badanti per gli over 65 attraverso l’accreditamento dei servizi domiciliari, servizi di domiciliarità come l’affido".
È in fase di revisione anche il convenzionamento tra Rsa, Alisa, Regione Liguria e Asl 3 genovese per gli inserimenti in strutture residenziali per anziani, oggi 726 per un contributo del Comune di 3,5 milioni di euro all’anno. "Abbiamo un centinaio di anziani in lista d’attesa, tra i 13 degli affidi familiari e gli 86 in attesa di una badante, contro i 700 presi a carico – commenta Baroni - l’obiettivo è non lasciare nessuno indietro e dare una risposta ai bisogni di ogni persona che appartiene a una fascia debole e fragile".
Nella popolazione della fascia 18-64 anni sono in carico dei servizi sociali 6.040 adulti e 7.153 minori, di cui 323 in comunità residenziale, 355 in affido familiare (324 in famiglie e 31 in casa famiglia), mentre l’emergenza Covid ha provocato una particolare criticità nell’attività rivolta ai percettori dei redditi di cittadinanza: lockdown e decreti ministeriali di sospensione delle attività, oltreché le misure di contenimento del virus, hanno fortemente rallentato l’attività della presa a carico.
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