Scontri a Genova, in procura i 4 agenti coinvolti nel pestaggio del giornalista

di Michele Varì

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Indagati per lesioni aggravate. Ma solo due ammettono di avere colpito Origone

Scontri a Genova, in procura i 4 agenti coinvolti nel pestaggio del giornalista
Quattro agenti del reparto mobile di Bolzaneto  coinvolti nel pestaggio del giornalista di La Repubblica Stefano Origone si sono presentati oggi pomeriggio al nono piano della procura di Genova accompagnati dai loro avvocati per rilasciare spontanee dichiarazioni al magistrato titolare delle indagini Gabriella Dotto. I quattro sono indagati per lesioni aggravate dall'uso dei manganelli. Dalle prime indiscrezioni due agenti avrebbero riferito di avere bloccato e colpito il cronista perché credevano fosse un manifestate. Gli altri due invece hanno detto di avere solo visto quando accaduto il giornalista. Le indagini della squadra mobile non escludono che nel pestaggio vi siano coinvolti altri agenti che potrebbero presentarsi nelle prossime ore. La notizia della presentazione dei quattro agenti in tribunale è stata confermata dal procuratore capo Francesco Cozzi: "Auspico ora che tutte le altre persone coinvolte negli scontri di piazza Corvetto possano presentarsi in modo spontaneo in modo ad aiutarci a ricostruire nel modo più corretto e dettagliato quanto accaduto". La decisione dei poliziotti del reparto mobile di presentarsi in procura "non é stato un suggerimento partito da noi". ha aggiunto Cozzi. "Noi abbiamo solo spiegato che questo sarebbe stato un aiuto per le indagini ma anche per l'immagine della polizia, ma di certo non abbiamo fatto una trattativa perché non facciamo trattative con nessuno . Questo dimostra - ha aggiunto Cozzi - che la visita dell'anno scorso del capo della polizia Franco Gabrielli in questi uffici non era solo una visita fatta di parole e dimostra anche che c'è fiducia nel lavoro di questo ufficio, che non fa proclami ma accerta con equilibrio, pacatezza e rigore" Cozzi  tornando alla posizione dei quattro agenti indagati ha poi detto: "Le loro testimonianze ci serviranno per una ricostruzione più ampia e più chiara possibile del comportamento degli stessi in quel frangente sia della cause che possono averlo provocato e della dinamica di quanto successo quel giorno lì, in piazza Corvetto, perché il fatto è preciso, ma va contestualizzato per capire cosa lo ha determinato". Cozzi ha poi sottolineato che la presentazione in procura degli agenti è un cambio di passo "un segnala forte rispetto ad altri fatti così nefasti del passato, un cambiamento di atteggiamento da parte degli agenti e della dirigenza della polizia di Stato. Se una persona per caso o se non per caso sbaglia o eccede, fa un uso non controllato della propria forza di questo deve dare conto, se è un rappresentate delle istituzioni che rappresenta è un buon segno per lui e per le istituzioni che rappresenta ed è ovviamente un vantaggio per noi. E ripeto, come ho già detto  loro, mi aspetto che nel breve volgere di alcuni giorni questo avvenga da parte di tutte le persone coinvolte in tutti questo fatto o in altri fatti analoghi e avvenga anche da parte di chi si è reso autore di comportamenti di assalto o di aggressione nei confronti dei rappresentanti delle forze dell'ordine". Il procuratore capo ha sottolineato di essere molto dispiaciuto che questa vicenda sia avvenuta in un tranquillo giorno di maggio durante la campagna elettorale, "durante una manifestazione evidentemente permessa alle forze che la stavano svolgendo e turbando la serenità e l'ordine del vivere civile in una città come Genova che non ha bisogno onestamente anche di queste prove né per il suo passato né per il suo presente. Mi spiace molto inoltro che ha coinvolto due pilastri del nostro ordine costituzionale, un rappresentante dell'informazione libera e i rappresentanti delle forse di polizia e delle forze dell'ordine. Entrati in conflitto in modo volontario o involontario, si vedrà. I giornalisti devono potere svolgere la loro attività, ovviamente senza prestarsi a comportamenti ambigui ed equivoci che possono in qualche modo destare segnali di adesione, e non era certo questo il caso del giornalista trovatosi, come ha detto qualcuno, nel posto sbagliato nel momento sbagliato, cioè preso di traverso del conflitto, potenziale o reale manifestanti e forze di polizia. Fatti che vanno chiariti che non devono avvenire a prescindere che la vittima sia un giornalista noto o non noto, perché non devono avvenire nei confronti di chiunque, che sia l'edicolante o il giornalista, se poi avviene ai danni del giornalista ce ne rammarichiamo ulteriormente perché ripeto sta svolgendo il suo mestiere umilmente e professionalmente e deve poterlo svolgere. Lui non si era buttato nella mischia fra gli aggressori armati di spranga e i poliziotti per ritrarli meglio o fare una foto, perché in quel caso lì ci può scappare che tu prenda una manganella, non era così, lui si era spostato in un angolo e verosimilmente stava guardando l'arresto ed è stato investito in quel momento dagli agenti". Gli scontri finiti sotto la lente della procura sono quelli accaduti il 23 maggio scorso in in piazza Corvetto, nel centro della città, tra le forze dell'ordine e antagonisti e antifascisti che protestavano per un comizio elettorale di CasaPound nella vicina piazza Marsala. Le deposizioni degli agenti davanti al pm Dotto sono durate sino a tarda sera. Michele Varì