Scontri a Genova, aperte due inchieste su manifestanti e giornalista ferito

di Fabio Canessa

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Salvini: "Ogni volta coi centri sociali c'è casino, poliziotti eroi", Di Maio: "Abbassare la tensione"

La procura di Genova ha aperto due fascicoli sugli scontri di giovedì pomeriggio in piazza Corvetto che hanno provocato in tutto sei feriti, tre nelle forze dell'ordine, due tra i manifestanti e un giornalista di Repubblica preso a manganellate dagli agenti. Al momento entrambe le indagini contro ignoti: uno per resistenza, danneggiamento e lancio di oggetti pericolosi per i manifestanti che si sono scontrati con la polizia e l'altro per lesioni volontarie aggravate contro il gruppo del reparto mobile che ha picchiato il cronista Stefano Origone rompendogli due dita, una costola e provocandogli altre lesioni. http://video.telenord.it/wp-content/uploads/2019/05/SCONTRI-GENOVA.mp4 Gli uomini della squadra mobile sentiranno nelle prossime ore Stefano Origone e il vice questore aggiunto Giampiero Bove, che lo ha soccorso. Oggi gli agenti hanno portato in procura una prima relazione su quanto accaduto. È stato già individuato il reparto a cui appartengono i poliziotti che hanno caricato il cronista. Nelle prossime ore gli inquirenti, coordinati dall'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e dal sostituto Gabriella Dotto, continueranno a visionare le immagini girate ieri per cercare di individuare gli agenti. Il fascicolo, a carico di ignoti, è per lesioni volontarie aggravate. Non è escluso che, nei prossimi giorni, le indagini possano allargarsi anche alla gestione dell'ordine pubblico e al ferimento delle altre persone (due manifestanti), così come sul lancio dei lacrimogeni ad altezza uomo nella zona della piazza dove non avvenivano scontri. A occuparsi dell'identificazione dei manifestanti sarà la sezione investigativa della Digos, mentre l'identificazione degli agenti spetterà alla squadra mobile diretta da Marco Calì. Nelle prossime ore la polizia acquisirà la documentazione foto e video e sentirà i testimoni dei fatti. Tra gli antifascisti genovesi c'erano anche alcuni anarchici della cosiddetta 'ala dura' di Milano e alcuni 'non italiani'. Lo si apprende da fonti investigative qualificate. Il giudice Massimo Deplano intanto ha disposto l'obbligo di firma per i due genovesi di 51 e 32 anni arrestati. I reati ipotizzati erano inizialmente resistenza e lesioni a pubblico ufficiale in concorso, in particolare perché nel corso dell'arresto hanno fatto cadere un agente, derubricati adesso in lesioni semplici. Il provvedimento è stato disposto fino alla prossima udienza, fissata al 19 luglio. L'arresto è stato convalidato e sono stati revocati gli arresti domiciliari concessi nella serata di ieri dal pm. I due sono difesi dagli avvocati Laura Tartarini e Nicola Scodnik. "Ho fatto una cavolata ho moglie e figli a casa e un lavoro. Mi dispiace per quello che ho fatto". Lo ha detto il più anziano degli arrestati ieri durante gli scontri con la polizia, nel corso della direttissima davanti al giudice Massimo Deplano. "Mi sono divincolato dopo essere finito sotto un gruppo di agenti, non ho fatto alcuna resistenza", ha invece detto il più giovane. "E' assurdo che accadano fatti del genere. Il giornalista Origone era in piazza a svolgere il suo lavoro di cronista in modo pacifico e non so come possa essere stato scambiato per un facinoroso". Lo ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi che ha telefonato a Origone. "Esprimo la mia più forte solidarietà - ha detto Cozzi - e il rammarico forte perché è inconcepibile quanto successo". "Non faremo sconti a nessuno nella ricostruzione dei fatti e della verità storica" ha detto il procuratore aggiunto Francesco Pinto, che ha chiosato: "i tempi del G8 sono lontani". La Questura di Genova "ha trasmesso tutte le informazioni utili all'Autorità Giudiziaria, restando a disposizione per soddisfare eventuali deleghe o approfondimenti inerenti qualsiasi aspetto connesso alle vicende che hanno connotato l'evento, in uno spirito di assoluta collaborazione e trasparenza". Lo si legge in una nota della questura di Genova. LE REAZIONI DELLA POLITICA "Vicinanza al collega giornalista, ma ogni volta che ci sono i centri sociali in piazza c'è casino. C'è gente che va in piazza col casco e il bastone e ci sono poliziotti che eroicamente sono lì a prendersi sputi, insulti, monetine. Ringrazio questi eroi in divisa". Lo ha detto a Rtl il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. "Ho sentito il questore di Genova: non è possibile che ogni volta che scendono in piazza i centri sociali ci siano violenze. Stiamo studiando qualcosa per evitare questi fatti", ha poi detto a Vercelli. "Non è possibile che ci siano poliziotti e carabinieri perennemente aggrediti - aggiunge - gente che va in giro con i caschi, con le spranghe, con gli spray, con i bastoni, a volto coperto". "A me non piace mai quando si cerca di rievocare o di soffiare sul fuoco di ultradestra contro centri sociali. Quello che è successo ieri in piazza a Genova ci deve ricordare che non è il caso di far salire la tensione soprattutto polarizzando estrema destra ed estrema sinistra perché poi di mezzo ci vanno i nostri uomini delle forze dell'ordine, il giornalista, ma ci possono andare di mezzo, ingiustamente purtroppo anche cittadini che magari passano di lì". Così il vicepremier Luigi Di Maio ad Agorà su Rai 3. "Veniamo da 4 mesi in cui una volta si litiga con l'Onu, una volta si fischia il Papa in piazza, e poi gli attacchi ai pm denunciandoli. Dobbiamo abbassare un po' la tensione, da questo punto di vista sul M5s avrete la garanzia come forza politica di governo che cercheremo sempre di applicare ragionevolezza soprattutto quando ci sono questi aumenti di tensione all'inverosimile con attacchi a tutti, contro tutti". Alla ripresa dei lavori d'aula, chiederemo che il Ministro dell'Interno venga subito a riferire alla Camera sui gravissimi fatti di Genova, con un immotivato pestaggio di un giornalista di Repubblica messo in atto dalle forze dell'ordine". Lo afferma il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro. "Le scuse del Questore - prosegue - sono il minimo che ci si potesse attendere, ma è l'intera gestione della vicenda del comizio di CasaPound che deve essere chiarita per individuare e punire rapidamente i responsabili di episodi non degni di una democrazia come la nostra". "Esprimo solidarietà al giornalista. Sono contento che si sia aperta un'indagine per accertare le responsabilità di quanto avvenuto perché è evidente che c'è stata una violenza che non va bene né se si tratta di un giornalista né se si tratta di una persona a terra assolutamente indifesa". Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti riguardo al pestaggio del giornalista a Genova da parte della polizia. "È evidente che va garantito in questo Paese l'ordine pubblico ma va fatto, appunto, garantendo ordine e non assistendo a scene come quelle a cui abbiamo assistito ieri" ha aggiunto Zingaretti. "Quanto è successo ieri a Genova, con il giornalista Stefano Origone di Repubblica preso a manganellate mentre stava facendo il suo lavoro, è un fatto grave e non tollerabile". Lo ha dichiarato questa mattina a Pavia, durante una pausa del processo per l'omicidio Rocchelli, Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana). "Il cronista picchiato - ha aggiunto Giulietti - si era anche qualificato. Penso che, visto quanto accaduto, i vertici della polizia debbano adottare provvedimenti inevitabili e immediati. Se il collega riterrà opportuno far valere le sue ragioni in sede processuale, può essere certo che la Fnsi e l'Associazione dei giornalisti liguri saranno al suo fianco". Laura Boldrini esprime la sua solidarietà al giornalista di Repubblica, Stefano Origone, ferito dagli agenti durante gli scontri di giovedì a Genova. "Personalmente ho sempre condannato la violenza, da qualunque parte arrivasse - scrive in una nota l'ex presidente della Camera Laura Boldrini - E sono sicura che le indagini accerteranno le responsabilità. Ma va detto che i disordini di ieri sono nati dopo la decisione di autorizzare il comizio di Casapound, contro il quale la maggioranza delle persone ha protestato pacificamente". "Casapound è un'organizzazione che dal 2011 al 2016, e questo lo dice il ministero dell'Interno, ha collezionato 20 arresti e 359 denunce, una ogni cinque giorni - continua la nota - Suoi 'affiliati' sono finiti in carcere per banda armata, detenzione illegale di armi, attentati incendiari e lesioni a pubblico ufficiale. Un'organizzazione che si autodefinisce fascista e che occupa abusivamente un palazzo nel centro di Roma senza pagare nemmeno le bollette. Un'organizzazione alla quale non si può concedere una piazza. Chi di dovere intervenga. Casapound va sciolta, adesso". "Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a tenere il comizio di Casapound pur in un contesto assai pericoloso e proibitivo. E' una vittoria per tutti coloro che vogliono il rispetto dei diritti previsti dalla Costituzione ed una sconfitta per i soliti professionisti della violenza che altro non sono che dei nostalgici della guerra civile e degli Anni di Piombo". Lo ha scritto in una nota Gianni Plinio, ex Msi-Dn, ex An, oggi in Casapound, che ha tenuto il comizio a Genova da cui sono scaturiti scontri tra polizia e antifascisti. "Manifestare contro è un diritto mentre manifestare per impedire è un reato - prosegue -. A quelli come il presidente Toti che, a differenza del sindaco Bucci, parlano tanto per parlare e non sanno far di conto, invieremo foto del comizio a cui hanno partecipato settantuno persone. Un vero successo se si pensa che si doveva coraggiosamente accedere ad una piazza blindata". TOTI FA VISITA AL GIORNALISTA FERITO Il governatore ligure Giovanni Toti ha fatto visita a Stefano Origone, che è tutt'ora ricoverato all'ospedale Galliera dove sarà sottoposto a un intervento chirurgico a una delle dita fratturate. "È dolorante, ma spero che da un punto di vista clinico si rimetta nel minor tempo possibile. E' stato un episodio di quelli che non devono accadere" ha detto Toti. Poi, parlando ancora di quanto avvenuto ieri, Toti ha sottolineato che "c'è un dato politico da considerare: CasaPound, un partito di cui io non considero minimamente ricevibile né tollerabile neppure una delle idee dalle quali dissento profondamente, in questo momento è per la Repubblica Italiana un partito legale, iscritto nelle liste elettorali. Pertanto come tale le istituzioni hanno il dovere di proteggerne le manifestazioni", ha detto poi il governatore ligure Giovanni Toti uscendo dall'ospedale. "Che CasaPound possa dire le sue cavolate in una piazza mentre altri in un'altra piazza pacificamente contestano quelle cavolate senza bisogno di assaltare zone rosse presidiate da agenti pagati poco più di mille euro al mese e senza esporre persone come voi a rischi come quelli che ha corso il vostro collega". La Medaglia d'Oro di questa città "significa anche la tolleranza per le idee altrui anche quando non le condividiamo purché non siano illegali - ha detto Toti -, è questo l'ambito in cui ci muoviamo". BUCCI TELEFONA AL GIORNALISTA FERITO Telefonata conviviale tra il sindaco di Genova Marco Bucci e il giornalista di Repubblica Stefano Origone. La telefonata è andata avanti per circa 10 minuti. Il giornalista ha raccontato al sindaco come sono andati i fatti. Il primo cittadino gli ha fatto gli auguri di pronta guarigione a nome di tutta la città e gli promesso che quando tornerà a seguire gli accadimenti a palazzo Tursi, sede del Comune, gli organizzerà un "Welcome back". I due si sono parlati nel primo pomeriggio, subito dopo che Origone era uscito dalla sala operatoria: i medici sono intervenuti per ricomporre le fratture della dita. Il sindaco aveva telefonato al giornalista anche in prima mattina ma non era riuscito a parlargli.