Sciopero del trasporto pubblico, "Vogliamo chiarezza sulla priorità nella vaccinazione"
di Marco Innocenti
Contratto fermo da 3 anni ma anche rivendicazioni locali: a Genova adesione oltre il 94%
Rivendicazioni nazionali, con un contratto fermo da 3 anni, ma anche motivazioni di carattere più locale, con l'emergenza covid che pone sempre più in primo piano la necessità di avere chiarezza sulla priorità nella vaccinazione da garantire ai dipendenti del trasporto pubblico, impegnati in prima linea per continuare a fornire un servizio essenziale alla cittadinanza. Sono queste le rivendicazioni che hanno portato alla proclamazione dello sciopero di 24 ore del trasporto pubblico, con auto-ferro-tramvieri che hanno aderito in massa: a Genova, ad esempio, i dati diffusi dai sindacati parlano di un'adesione che supera il 94%.
"I finanziamenti del ministero sono quelli che serviranno a sviluppare il progetto dei quattro assi cittadino - spiega Edgardo Fano, segretario regionale Faisa Cisal - Ci sono poi le motivazioni locali: siamo ancora in attesa di chiarimenti dalla regione sulla vaccinazione degli auto-ferro-tramvieri. Come siamo categoria essenziale nell'erogare i servizi durante la pandemia e siamo soggetti alla legge sulla regolamentazione degli scioperi, come i sanitari o i poliziotti, dobbiamo anche essere vaccinati prioritariamente, proprio per poter fornire servizi essenziali alla città".
"Ieri - conferma anche Andrea Gamba, segretario regionale di Filt Cgil - abbiamo avuto un incontro in azienda per cercare di capire se, in anticipo rispetto alle linee guida, si riuscirà a trovare gli spazi adeguati per le sale mediche dove fare le vaccinazioni direttamente in sede, in Amt".
"La nostra battaglia - sottolinea Giuseppe Gulli, segretario regionale Uiltrasporti - vuole puntare l'attenzione soprattutto sul lavoro dei giovani e su quello delle donne, che in questi anni hanno trasformato il nostro settore. Una volta questo era un mondo prettamente maschile ma oggi la componente femminile è molto presente e deve essere presa nella giusta considerazione".
"Quello che ci fa arrabbiare - conclude Santo Pugliese, segretario regionale Fit Cisl - è che nell'ultimo decreto hanno messo altri 800 milioni, che bastano a coprire tutto il 2018. Avrebbe poi dovuto intervenire anche il ministero per evitare che si causasse un danno anche ai cittadini con questo sciopero nazionale".
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