Sanremo, delitto in Svezia, la madre della vittima: "L'imputato mi disse che non avrei più visto mia figlia"
di Redazione
Un assassinio del 1995 a Linköping è stato riportato alla luce grazie alla tenacia dei familiari della donna scomparsa

"Tu non vedrai più tua figlia". E' questa la frase che Salvatore Aldobrandi ha detto a Ghariba Dankha, una settimana prima della scomparsa della figlia Sargonia, avvenuta il 13 novembre del 1995, a Linköping, in Svezia. E' stato la donna a dichiararlo oggi davanti alla Corte di Assise di Imperia nel corso della deposizione come teste dell'accusa sostenuta dai pm Maria Paola Marrali e Matteo Gobbi.
La madre ha poi confermato e argomentato quanto aveva già dichiarato nel 1995 alla polizia di Linköping (prima della scomparsa di Sargonia), quando venne ascoltata come teste a margine di un procedimento per maltrattamenti contro Salvatore Aldobrandi, oggi accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e dalla soppressione di cadavere della ragazza. Avvalendosi di un interprete, il genitore ha detto davanti al giudice e alla pubblica accusa che Aldobrandi era solito chiamare anche di notte, insultando la figlia e chiedendo indietro i soldi di un prestito".
La madre ha raccontato che quando litigavano, lui chiamava a casa e se la figlia si rifiutava di rispondere si sfogava con lei. I giorni immediatamente prima della scomparsa, Sargonia viveva in un appartamento suo. La notte, tra sabato e domenica la ventenne avrebbe litigato con Aldobrandi.
"Salvatore ha suonato alla nostra porta - ricorda Ghariba -. Ha detto che aveva prestato dei soldi a nostra figlia, 25mila corone svedesi, e che li rivoleva indietro. Non avevamo quei soldi in casa, gli abbiamo detto che glieli avremmo dati il lunedì".
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