Sampdoria, lo scacco matto di Radrizzani-Manfredi ma Ferrero può "consolarsi": ecco perché
di Maurizio Michieli
Così è stato possibile "liberare" la società blucerchiata indennizzando l'ex proprietario
Venerdì scorso, al termine di una giornata memorabile per la Sampdoria, avevamo raccontato l'abile mossa con cui Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi erano riusciti ad acquisire la maggioranza azionaria della società blucerchiata (https://telenord.it/esclusiva-la-sampdoria-e-gia-di-radrizzani-e-manfredi-ferrero-in-minoranza-azionaria-57934) per una cifra di poco inferiore ai sei milioni di euro, far poi svolgere regolarmente l'assemblea dei soci, approvare il bilancio, prorogare il Cda in carica e di fatto garantire la ripartenza del club dalla serie B.
Certo non tutto è ancora andato in porto, ma in vista dell'iscrizione al campionato (martedì 20 giugno) continua a filtrare ottimismo. I pagamenti necessari sono stati avviati e la base per l'omologa dell'accordo di ristrutturazione del debito, anche con l'Agenzia delle entrate, è stata gettata. Entro settembre potrebbe dunque esserci il closing dell'operazione, ma intanto i nuovi proprietari stanno lavorando intensamente sul piano operativo: nel corso della prossima settimana dovrebbe essere svelato il nome del nuovo allenatore (Fabio Grosso è in vantaggio), quelli dei nuovi dirigenti dell'area tecnica (la terza volta di Riccardo Pecini alla Sampdoria e l'arrivo di Nicola Legrottaglie) e scelta la località del ritiro precampionato (in lizza Livigno, ma non solo).
Intanto, possiamo ricostruire con ragionevole certezza il percorso attraverso il quale Radrizzani e Manfredi sono riusciti ad acquisire la Sampdoria e nello stesso tempo trovare la maniera concreta di "indennizzare" Massimo Ferrero per scansare rischi di contenzioni o, peggio, revocatorie.
Intanto, i nuovi proprietari hanno riconosciuto un debito da parte di Unione Calcio Sampdoria verso Sport Spettacolo Holding (di Ferrero) per circa 8 milioni. Inoltre, a Ferrero sarebbero stati riconosciuti in via transattiva circa 400 mila euro di emolumenti arretrati. Un "risarcimento" che probabilmente avrebbe riconosciuto anche l'altro pretendente alla Sampdoria, Alessandro Barnaba di Merlyn Partners.
Ma la vera mossa vincente, quella che ha determinato la differenza tra le due proposte, è il fatto di avere lasciato Ferrero socio al 10/20 % con la cosiddetta opzione put/call (un contratto attraverso il quale l'acquirente acquista un diritto ad acquistare (call option) o vendere (put option) un determinato bene ad un prezzo specifico). In tal modo Ferrero potrebbe "rivendersi" il valore potenziale al concordato romano ancora in sospeso.
Una soluzione respinta da Barnaba (che non voleva rischiare di avere Ferrero come socio, sia pure di minoranza, anche per ragioni di comunicazione e immagine, essendo la sua operazione supportata dall'ex presidente Edoardo Garrone) mentre Radrizzani e Manfredi l'hanno pragmaticamente attuata. Insieme con la conversione pre assemblea di parte del prestito obbligazionario e la diluizione del capitale azionario di Ferrero, questa è stata l'altra mossa che ha portato allo scacco matto e al cambiamento di proprietà della Sampdoria. E che conferma come Radrizzani-Manfredi, pur lontano dalla luce dei riflettori, monitorassero da tempo la situazione della Sampdoria e, anche attraverso i loro avvocati, studiassero la maniera per diventerne i legittimi proprietari.
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