Sampdoria, il futuro è cominciato
di Claudio Mangini
E alla fine la montagna partorì il topolino. Nel senso di un comunicato, dopo il tanto atteso CdA di casa Sampdoria, per ribadire quello che già si sapeva: che, cioè, «tutti gli adempimenti necessari al prossimo campionato sono stati rispettati». Poche righe ufficiali per dire anche un’altra cosa: che il consiglio di amministrazione ha approvato «la situazione patrimoniale intermedia al 31 marzo». Puntualizzazioni forse scontate, forse irrituali, che non hanno rivelato nulla di nuovo, ma hanno messo un punto fermo, una specie di cippo per rimarcare ufficialmente che da qui si riparte. Con il fantasma dell’indicatore di liquidità, ovvero il rapporto fra debiti e crediti a 12 mesi, scacciato una volta per tutte. La Samp – questa Samp – ha le carte in regola, sul piano formale e dei parametri richiesti, per cominciare la nuova stagione. E a far buon peso, dalla riunione di lunedì, è uscito anche il nome dell’advisor che affiancherà il trustee Vidal nella ricerca di un compratore per la società Sampdoria: banca Lazard, soggetto internazionale e soprattutto soggetto del tutto estraneo a qualunque tipo di rapporto con la società Sampdoria e con le aziende del gruppo Ferrero.
Punto. Tutto in meno di un’ora. Mentre il confronto tra i consiglieri è durato una giornata intera. Iniziato di mattina e terminato dopo le 22, con una pausa pranzo e un coffee break verso le 18. Ed è da qui, dai confronti fra Marco Lanna e i suoi uomini che dovrà uscire, senza perdere tempo, la Sampdoria prossima ventura. Con un obiettivo di fondo: trovare un gruppo acquirenti solido, affidabile, serio e possibilmente con le casse piene su cui costruire il dopo Ferrero, cioè il futuro. E questo è lo scenario. Ma sopravanzato, in termini di urgenza, da quello che sarebbe il piano B ma al momento diventa il piano A, quello da scrivere e attuare in tempi brevissimi. Ovvero delineare la nuova linea di comando, societaria (con redistribuzione di alcune deleghe) e tecniche, con la soluzione di ogni possibile equivoco, a cominciare da quello riguardante il famoso caso della poltrona (di ds) per due, Faggiano e Osti.
Da qui bisogna partire per arrivare, nel giro di giorni (probabilmente a inizio della prossima settimana, considerato il ponte festivo), all’incontro programmato con Marco Giampaolo, che nell’immediato post finale di campionato, ha chiesto un progetto chiaro su cui lavorare e, appunto, la risoluzione di ogni possibile equivoco societario, «perché – aveva detto – i problemi ci sono». Insomma, la sua richiesta è di sentirsi le spalle protette, potendo lavorare con un programma definito e sentendo su di sé l’appoggio della società.
Che Giampaolo, che aveva una clausola di rinnovo biennale in caso di salvezza, sarà il prossimo allenatore della Sampdoria è probabile almeno al 90%. Ma si sa anche che Giampaolo non piace a tutti, è divisivo per scelte tecnico-tattiche e., se vogliamo, per eccesso di coerenza. Se da lui si vuole ripartire, bisognerà seguirlo e non rinnegarlo alla prima difficoltà. Se da lui si pretende qualche correzione “ideologica”, sarà il confronto programmato a brevissimo la sede per mettere ogni dubbio sul tavolo. Se i dubbi saranno preponderanti, bisognerà avere il coraggio (e i soldi) per trovare un accordo e dirsi addio. Insomma, pretendere e offrire chiarezza.
Poi, solo a quel punto, si dovrà decidere chi è sacrificabile e chi no (Sabiri, innanzi tutto, il cui ingaggio andrà ritoccato), su chi lavorare per rinnovi verosimilmente al ribasso (Quagliarella e Ekdal), su quali vecchi draghi insistere (Candreva e Caputo, auspicabilmente), su quali giovani al rientro dai prestiti si può puntare (Bonazzoli e De Luca, innanzi tutto) e su quali parametri zero lavorare per una campagna acquisti-cessioni che riesca nell’equilibrismo di portare soldi in cassa e migliorare la qualità complessiva.
Sullo sfondo, c’è il work in progress , i lavori in corso riguardanti la cessione. «Ci sono soggetti che stanno pagando fior di quattrini per portare avanti due diligence e verifiche. Al momento almeno tre», ha confidato Vidal. E il primo rumor che viene in mente è quello che riguarderebbe un gruppo italiano, il cui trait d’union con il mondo Sampdoria sarebbe Ivano Bonetti, che aprirebbe il progetto a un bel po’ di grandi ex. E questo è un ulteriore parametro di cui tener conto: la disponibilità di molte facce da scudetto e dintorni a lavorare e assumere responsabilità nella Sampdoria futura.
Ma da qui si rischia di divagare dalle urgenze ai sogni. Di concreto c’è la decisione di tenere aperto un canale di comunicazione fra la società e la tifoseria organizzata. Bella iniziativa. Un modo per aggiornare, senza fake news, i sampdoriani. Una volta si sarebbe chiamata glasnost, oggi si potrebbe usare il traduttore per rispolverare quel vecchio concetto: trasparenza, chiarezza nei rapporti, pubblicità dell’informazione.
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