Sampdoria, il dovere di non sbagliare e il diritto di crederci
di Maurizio Michieli
Lunedì con l'Ascoli l'ultima possibilità di svolta al campionato. Dalla rinascita di Verre la spinta per società e squadra
La vittoria della Sampdoria a Piacenza contro la Feralpi Salò ha riportato d'attualità una lezione che il calcio non smette mai di insegnare: c'è un tempo per cadere e uno per risorgere. Protagonista della storia Valerio Verre, riabilitato dopo oltre un mese di purgatorio per effetto del braccio di ferro contrattuale con la società. Il fantasista è tornato in campo ed è stato il migliore con rigore procurato, assist e perla finale di un gol che ha chiuso una partita stranamente in bilico. Poco, ancora troppo poco per parlare di riscatto. La parola "magica" è continuità. Tuttavia, Verre ha dimostrato come tutto sia possibile, anche quando non lo sembra. Risorgere dalle ceneri di una stagione grigia, anonima, all'apparenza compromessa da un mancato trasferimento in Turchia e riproporsi sulla scena con nuove ambizioni.
E' lo stesso percorso che può e deve fare la Sampdoria da qui alla fine del campionato. Lunedì prossimo al "Ferraris", sinora casa ostile per i blucerchiati che a Marassi vantano un bilancio misero di 4 sole vittorie, 3 pareggi e ben 7 sconfitte, per un totale di appena 15 punti raccolti, arriva l'Ascoli, squadra coriacea come il suo allenatore Castori, un tipo vecchio stampo, che non verrà a Genova per giocarsela ma per mettere il pullman davanti all porta e tornare nella Marche con qualcosa tra le mani. Nonostante questo, stavolta per la Samp scatterà una sorta di obbligo morale, di divieto di sbagliare, l'imperativo categorico di vincere, come non accade al "Ferraris" dallo scorso dicembre. Non importa come, se con la classe di Verre e magari dei rientranti Esposito e Borini (staffetta?) o con la clava di Ghilardi e Facundo. Il resto del campionato passa da questa partita.
Già oggi la Sampdoria è ad appena due punti dai play off, un obiettivo per il quale - vista la minima distanza - è scattato il diritto a crederci. Play off che possono dire tanto (ancora fresca è la memoria dell'impresa targata Iachini) o nullam giacché sono un terno al lotto, specie per chi arriva da dietro. Ma proprio l'effetto sorpresa, il rincorrere, unito al fatto di chiamarsi Sampdoria può rappresentare una forte pressione per gli avversari davanti. Ecco perchè lunedì la squadra di Pirlo non dovrà fallire: sarà, quella sfida, la cartina di tornasole di un'intera stagione. Ma come si parla di rischio play out (cinque punti sono ancora pochi per sentirsi al riparo) così si può e si deve parlare di sogno play off. Senza con questo andare a incidere sullo stato d'animo della Sampdoria, che non deve mutare.
L'impulso di questa fase positiva e propositiva può giungere anche alla società, che dopo la straordinaria impresa di salvataggio della scorsa estate, l'allestimento di un buon organico in fretta e furia e la realizzazione di un eccelente mercato di gennaio, adesso sembra attraversare una fase di stanca. Occorre fare chiarezza sulla situazione (perché a maggio Qatar Sports Investments era stato indicato in un comunicato ufficiale di Gestio Capital come investitore ufficiale nell'operazione e a febbraio è diventato "solo" un soggetto con il quale si potrà eventualmente avere a che fare in futuro?), sui dirigenti (chi gestisce l'area sportiva? Legrottaglie o Mancini?), sull'area medica (di chi la responsabilità dell'ecatombe infortuni?). Per quanto riguarda il Cda, la scelta è arrivata con l'ingresso di Maheta Molango al posto di Marco Lanna e l'ascesa (doverosa) di Matteo Manfredi alla presidenza. Non conosco il nuovo consigliere, al quale va augurato buon lavoro. E' indubbio che la scelta sia ormai orientata a un progressivo distacco del club dal tessuto locale e dalla sampdorianità. Ma è il futuro del calcio in generale che va in questa direzione e non ha più senso stupirsene.
Resta il fatto che sarebbe folle e sbagliato gettare via il bambino con l'acqua sporca perché questa proprietà merita fiducia sino a prova contraria. Ma occorre un po' di "pulizia", di trasparenza sul presente e sul futuro. Anche per provare davvero a cavalcare, con unità di intenti, l'onda lunga di un entusiasmo che potrebbe scatenarsi lunedì 11 alle 22,30 circa.
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