Sampdoria: i tifosi contestano, Foti sotto la lente della Procura Figc. Manfredi tira dritto: "Società risanata e di primaria importanza europea"
di R.S.
Il patron: "Oggi la Sampdoria è una società risanata, equilibrata e credibile, una realtà di primaria importanza per il calcio italiano ed europeo"
Clima teso intorno alla Sampdoria. Ieri un gruppo di tifosi ha inscenato una protesta a Sestri Levante davanti al ristorante che ospitava il pranzo natalizio del club con gli sponsor, esponendo uno striscione di dura contestazione verso la proprietà e il management. L'area è stata sorvegliata da carabinieri e Digos. Analogo dispositivo di sicurezza anche poche ore dopo al centro sportivo Mugnaini, sede della cena di squadra.
Staff - All'evento conviviale a Sestri Levante erano presenti tra cui il CEO corporate Fiorella, il direttore marketing Donati e il CEO sportivo Fredberg. Proprio quest'ultimo, insieme a Walker, Tey e Manfredi, è stato al centro delle proteste dei tifosi, che da mesi esprimono il loro dissenso nei confronti della proprietà e dei suoi dirigenti. Tra l'altro Fredberg, che non parla italiano, ha invitato i dipendenti della sede a seguire corsi di inglese.
Sotto esame il ruolo di Foti - Sul fronte sportivo, l’attenzione si sposta sulla Procura Federale Figc, che ha avviato verifiche sul ruolo di Salvatore Foti. In attesa di poter accedere al corso di Coverciano per la licenza Uefa Pro, Foti può formalmente ricoprire solo l’incarico di vice-allenatore. Per chiarire la sua posizione, ieri è stato ascoltato a Bogliasco insieme ad altri membri dello staff tecnico. Un passaggio che potrebbe essere legato a segnalazioni emerse durante le gare o all’attenzione dell’Associazione Italiana Allenatori sui temi dei patentini.
Manfredi ottimista - Tuttavia il presidente Matteo Manfredi è convinto che la strada intrapresa sia quella giusta. In in un'intervista a formiche.net, Manfredi afferma: "Il calcio è un mondo in cui emozione, identità e risultati convivono in modo molto più intenso che in altri settori. Guidare la Sampdoria significa assumersi una responsabilità che va ben oltre il campo: significa custodire una storia, un’identità e le aspettative di una comunità che conosce profondamente il vero valore di questo club. Dalla mia esperienza porto metodo, disciplina e una visione di lungo periodo. Sul piano sportivo i risultati non sono ancora quelli che tutti noi, per primi i tifosi, vorremmo, ed è giusto che la passione si esprima anche attraverso la contestazione. I tifosi fanno bene a pretendere di più, perché sanno cosa rappresenta la Sampdoria e quale livello le appartiene. La contestazione mi ricorda ogni giorno il livello a cui dobbiamo tornare. So bene che per un tifoso la solidità finanziaria non vince le partite, ma senza una società sana non esiste nemmeno la possibilità di tornare a vincerle. Fin dal primo giorno il primo obiettivo era tentare un risanamento che, per le condizioni iniziali, non aveva avuto precedenti nella storia del calcio italiano. Mai".
"Non si è trattato semplicemente di salvare una società sportiva, ma di preservare un patrimonio che va oltre il campo: un club, una comunità, una cultura calcistica che appartiene non solo ai sampdoriani, ma alla storia del calcio italiano. Il risanamento di cui oggi parliamo è stato un percorso durato tre anni, che ha richiesto lavoro quotidiano, visione, scelte difficili e investimenti significativi orientati a creare una struttura che potesse tornare competitiva nel tempo".
"Tutto questo è stato possibile proprio grazie alla storia e al valore di questo club, che ci ha permesso di attirare l’interesse dei grandi capitali che questo club merita. Quando sono arrivato ho trovato una situazione estremamente complessa, non solo sul piano finanziario ma anche strutturale. Oggi la Sampdoria è una società risanata, equilibrata e credibile, una realtà di primaria importanza per il calcio italiano ed europeo che ha finalmente basi solide su cui costruire. Questo non significa che il lavoro sia finito, ma che oggi esistono finalmente le condizioni per lavorare meglio anche sul piano sportivo".
"Essere alla guida della Sampdoria non è un incarico come un altro, è una responsabilità che sento ogni giorno. Al centro del progetto ci sono sempre la Sampdoria e i sampdoriani. È su questa base che continuiamo a lavorare con l’obiettivo di riportare il club dove la sua storia e la sua gente sanno che deve stare".
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