Sampdoria, è Filip Stankovic l'emblema della squadra di Andrea Pirlo

di Maurizio Michieli

3 min, 32 sec

Alti e bassi, imprevedibilità, margini di crescita ed errori: sarà una stagione sulle montagne russe. A meno che a gennaio...

Sampdoria, è Filip Stankovic l'emblema della squadra di Andrea Pirlo

La sontuosa prestazione di Filip Stankovic a Cremona - dove la Sampdoria ha raccolto un punto meritato, poteva perdere ma poteva anche vincere - costituisce l'emblema di quello che è e forse sarà la squadra di Pirlo: un ottovolante, quasi una montagna russa fatta di alti e bassi, tanta imprevedibilità, errori grossolani e pure amplissimi margini di crescita. Dopo quattro giornate di un campionato lunghissimo come quello di serie B è impossibile trarre conclusioni plausibili, ma qualche valutazione è fattibile. Considerato che, svincolati a parte, il mercato è chiuso e dunque il volto delle contendenti è sostanzialmente definito.

La Samp ha sinora collezionato una vittoria, un pareggio e due sconfitte, entrambe al "Ferraris". I primi dati dicono che la squadra ha saputo esprimersi meglio fuori casa, forse lontano dalle pressioni, ma potrebbe anche essere un caso, tant'è che con il Venezia per 70 minuti i blucerchiati hanno giocato alla grande. Il calendario, Ternana a parte, ha opposto alla Samp avversarie tra le più accreditate alla conquista della serie A, insieme con le altre favorite (Palermo, Parma in primis). Quattro punti non sono molti, ma neppure pochissimi per una squadra partita da -2, ricostituita per dieci undicesimi (l'unico "sopravvissuto" è Murru), con un allenatore nuovo e tanti giovani.

Certo, il mercato - iniziato con i "botti" di Ricci e Borini, elementi che in B sono tanta roba - non si è concluso in maniera altrettanto scoppiettante. La società, attraverso il direttore dell'area tecnica Nicola Legrottaglie, ha ammesso di avere perseguito obiettivi prestigiosi: Ferrari, Pereyra, Coda. Nessuno dei tre è andato in porto, un po' per i ben noti paletti economico-finanziari, un po' forse per l'ancora acerba esperienza di chi ha condotto le trattative. Di Andrea Mancini nell'ambiente si dice un gran bene, ma pure lui nel ruolo cruciale di direttore sportivo potrà e dovrà maturare. Inoltre, non si può trascurare che i dirigenti hanno dovuto scontrarsi con un salary cap ancora ben lungi dall'essere in linea con i parametri fissati: il monte ingaggi va limato di altri cinque milioni almeno.

Al colpo Pedrola, peraltro, potrebbero aggiungersi con il tempo quelli Lemina e Facundo Gonzalez, due giovani interessanti e ancora tutti da scoprire mentre Ghilardi ha già mostrato qualcosa. E all'attivo manca ancora pure Esposito, talento dal carattere difficile che allo "Zini" si è tuttavia presentato con una punizione raffinatissima. Inutile nascondere che le lacune potrebbero derivare dall'assenza di un vero e proprio leader della difesa e da un centravanti da 20 gol: non poco per sperare di vincere il campionato, ma la Sampdoria non è chiamata a farlo. L'obiettivo sarà quello di restare il più possibile agganciata all'area nobile della classifica, poi a gennaio si vedrà.

La nuova proprietà infatti, dopo avere messo fuori causa Massimo Ferrero, ha incassato l'accordo con l'agenzia delle entrate (https://telenord.it/sampdoria-accordo-con-agenzia-delle-entrate-debito-rimodulato-da-50-a-17-milioni-61009) per la rimodulazione del debito ed è in attesa dell'omologa dell'accordo di ristrutturazione del debito stesso con agenti, fornitori etc. La decisione del Tribunale è attesa tra ottobre e novembre, ma potrebbe anche slittare all'inizio di dicembre. Una volta portato a casa anche questo fondamentale risultato, Radrizzani-Manfredi potranno realmente imprimere il loro marchio sulla Sampdoria attraverso nuovi aumenti di capitali (personali, eventuali investitori "terzi" saranno semmai attirati dopo, con il club lucidato) ed eventuali nuovi investimenti sulla squadra per compiere il salto di qualità.

Nel frattempo i tifosi - sempre presenti e attaccatissimi - dovranno abituarsi alle montagne russe, tipiche dei giovani e di un tecnico ambizioso e sognatore. Giovani lo sono la maggior parte dei calciatori, lo sono anche i dirigenti e i proprietari, che vantano una solida esperienza al Leeds ma si presentano come neofiti nell'intricatissimo panorama del calcio italiano. Eppure, le prime mosse, una dopo l'altra, sono andate a dama. Ci vuole pazienza. Accompagnata da una vigilanza costruttiva (le critiche per la vicenda Women, brillantemente risolta, testimoniano come gli "stimoli" possano essere utili, specie in un ambiente talvolta troppo ovattato: Novellino si inventava di tutto pur di tenere alta la tensione). Anche la vittoria della totalmente ricostruita formazione Primavera contro l'Atalanta ha portato una boccata di aria nuova e fresca a un ambiente che, prima di ogni altra cosa, aveva bisogno di energia positiva.