Salvini a Genova punta al trionfo di Bucci al primo turno: "Tornerò qui per chiudere campagna elettorale"
di Redazione
"Qui c'è un modello di buona amministrazione, ringrazio anche gli uomini e le donne della Lega che hanno amministrato per le prima volta questa in città"
Matteo Salvini sbarca a Genova per chiedere a gran voce la"pace fiscale" e in vista delle elezioni scommette su Marco Bucci vincente al primo turno. "Il centrodestra è unito in tutte le regioni dove si governa e in tutti i Comuni che vanno al voto sono orgoglioso di aver scommesso su Bucci sindaco cinque anni fa quando pochi altri ci credevano, sono orgoglioso del lavoro fatto in questi cinque anni in una città che sta cambiando volto anche nelle periferie, ricordo Begato”, le parole di Salvini che prosegue: "Sono scaramantico ma penso di poter scommettere un euro sul fatto che a Genova si vincerà al primo turno così almeno dedicherò le due settimane dopo il 12 giugno ad altre città dove sarà necessario il ballottaggio Genova è un modello di buona amministrazione, ma ringrazio anche gli uomini e le donne della Lega che per la prima volta nella storia hanno amministrato questa città, se ascoltando i cittadini, sbirciando i sondaggi, leggendo la notizia, la città si può vincere, vuol dire che si è lavorato bene”.
Non solo Genova e Bucci, il leader della Lega torna sulla 'pace fiscale', la sanatoria già richiesta dalla Lega, contestata all'interno del governo dal Pd.
“Pace in Ucraina e pace fiscale in Italia, pace e lavoro. È - sottolinea Salvini - un no assoluto all’ipotesi di tassare la casa, addirittura la prima, come Bruxelles vorrebbe. Non è il momento di aumentare neanche una tassa. La pace fra Ucraina e Russia significherebbe salvare posti di lavoro in Italia: in queste ore la Cina sta aumentando lo stoccaggio di tutte le materie prime, dal rame al mais, al grano all’alluminio, l’India ha messo dei dazi sull’export dell’acciaio, quindi prima si fermano le armi fra Ucraina e Russia e prima si torna a ragionare.
L’Italia dove trova i soldi? Servono alcune decine, se non centinaia di miliardi, e si trovano con una pace fiscale. Dopo due anni di pandemia tragica e con una guerra in corso chiudere i contenziosi tra contribuenti, Stato e Agenzia delle entrate non è un diritto ma un dovere. Così lo stato incassa quel che altrimenti non incasserebbe mai, e 15milioni di italiani con una cartella pendente sul capo potrebbero tornare a lavorare, a vivere e a pagare le tasse.
Se uno pensa di prendersela con chi ha la seconda casa di 50 metri in campagna, o chi ha l’ombrellone e la casa in Liguria o in Calabria o chi ha qualche titolo di stato e risparmi sui conti correnti sbaglia, ci sono più di mille miliardi di contenzioso tra i cittadini, lo Stato e l’Agenzia delle entrate. Una maxi rottamazione di questi miliardi porterebbe soldi freschi nelle casse dello stato liberando milioni di italiani. Altre vie non ci sono”.
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