Rottami di alluminio, esportazioni europee verso gli USA mettono in crisi il settore del riciclo

di Andy Woodrook

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Dopo l’intesa commerciale UE-USA il settore denuncia squilibri e chiede restrizioni immediate

Rottami di alluminio, esportazioni europee verso gli USA mettono in crisi il settore del riciclo

Nonostante l’accordo raggiunto tra Unione Europea e Stati Uniti per risolvere il contenzioso doganale, il flusso di rottami di alluminio dall’Europa verso l’estero continua senza freni. L’associazione Aluminium Deutschland avverte del rischio di una perdita permanente di materie prime e sollecita misure urgenti di limitazione alle esportazioni per proteggere la filiera del riciclo e la base industriale europea.

Tariffe doganali – Secondo Aluminium Deutschland, i prodotti in alluminio finiti o semilavorati resteranno soggetti a un dazio del 50% anche dopo l’intesa, mentre i rottami saranno tassati solo al 15%. Questo squilibrio, afferma l’associazione, rende le esportazioni di rottami verso gli Stati Uniti “molto più convenienti” rispetto alla vendita di prodotti primari o trasformati.

Concorrenza internazionale – La situazione è aggravata dal fatto che mercati rilevanti come India, Malesia e Cina hanno già introdotto proprie restrizioni all’export di rottami di alluminio. Per il settore europeo del riciclo, questo comporta un ulteriore svantaggio competitivo a livello globale. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ventilato l’ipotesi di riduzioni tariffarie e di un sistema di quote per acciaio e alluminio, ma tempi e modalità restano incerti.

Avvertimento del settore – “Le attuali regole doganali non risolvono il nostro problema, anzi aggravano lo squilibrio nel mercato dei rottami di alluminio”, ha dichiarato Rob van Gils, presidente di Aluminium Deutschland. “La finestra di arbitraggio rimane aperta e rischia di consolidarsi nel lungo periodo. Servono restrizioni orizzontali alle esportazioni verso tutti i mercati, solo così potremo ripristinare l’equilibrio e garantire l’accesso alle materie prime interne”.

Rischio penuria – Già lo scorso marzo, l’associazione aveva espresso timori per l’assenza di dazi statunitensi sui rottami di alluminio, sottolineando che ciò potrebbe avere “conseguenze fatali” per i mercati tedesco ed europeo. La preoccupazione è che le aziende statunitensi continuino ad acquistare rottami a “prezzi record”, provocando carenze e vendite forzate in Europa.

Piano UE – Ad aprile, la Commissione europea ha adottato il piano di lavoro 2025-2030 per il regolamento Ecodesign for Sustainable Products e per l’etichettatura energetica. Acciaio e alluminio figurano tra i prodotti prioritari su cui introdurre, entro cinque anni, requisiti di eco-design e nuove regole di etichettatura. Bruxelles ha precisato che terrà conto delle esigenze delle PMI, in particolare microimprese e piccole aziende a media capitalizzazione, durante l’elaborazione delle normative.

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