Roberto Zanda a Telenord: "Così sono rinato dopo aver visto la morte"
di Fabio Canessa
L'ultrarunner sopravvissuto a -50 gradi, senza mani e senza piedi, presenta il suo libro 'La vita oltre'
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“Il traguardo non è la gara, ma la vita. E la mia è cambiata in meglio”. E se a dirlo è un uomo che ha perso mani e piedi qualcosa vorrà dire. Roberto Zanda, 60 anni di Cagliari per gli amici ‘Massiccione’, racconta a Telenord la sua storia oltre ogni immaginazione. Ultra-maratoneta noto per aver corso gare estreme in tutto il mondo, ha subito quello che lui chiama “un piccolo incidente di percorso” durante la Yukon Arctic, a -50 gradi tra i ghiacciai canadesi. Una banale caduta che lo ha portato a strettissimo contatto con la morte. Ora Zanda gira tra le scuole di tutta Italia – giovedì al liceo King di Genova – per presentare il suo libro, “La vita oltre”, e portare a tutti un messaggio fuori dal comune. “Per me è stata una rinascita”, racconta. E si prepara alla prossima maratona in Namibia…
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