Riprodotta in Liguria la patella ferruginea a rischio di estinzione
di Redazione
Un grande risultato da parte degli scienziati, è l'invertebrato marino più minacciato di estinzione in tutto il Mediterraneo
Per la prima volta gli scienziati sono riusciti a ottenere la riproduzione in condizioni controllate e con metodi non invasivi della Patella ferruginea, una delle più grandi patelle esistenti, endemica del Mediterraneo e un tempo molto diffusa, oggi a rischio di estinzione. E' considerata l'invertebrato marino più minacciato di estinzione in tutto il bacino ed è una specie protetta da convenzioni internazionali. L'importante traguardo del progetto Relife, annuncia una nota, è stato raggiunto nelle scorse settimane dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita (Distav) dell'Università di Genova, insieme al collega ed esperto Javier Guallart. Per favorire la conservazione e la sopravvivenza di questo mollusco è stato concepito ed è in corso di realizzazione il progetto 'Re-establishment of the Ribbed Limpet (Patella ferruginea) in Ligurian MPAs by Restocking and Controlled Reproduction' (Life15nat/it/000771 Relife) che unisce l'Area Marina Protetta di Portofino - coordinatore capofila, Acquario di Genova/Costa Edutainment, AlgoWatt, il dipartimento Distav dell'Università degli Studi di Genova, Parco Nazionale delle Cinque Terre, Area Marina Protetta Tavolara-Punta Coda Cavallo ed Area Marina Protetta isola di Bergeggi. Il progetto è cofinanziato dall'Unione europea tramite lo strumento finanziario Life.
Lo straordinario risultato sulla Patella ferruginea arriva dopo ripetuti tentativi effettuati negli scorsi anni, che avevano consentito di acquisire basilari conoscenze sulla biologia riproduttiva della specie, le cui uniche, seppur cospicue, informazioni provenivano da aree molto distanti dal Mar Ligure, ovvero dal Mare di Alboran, tra la costa meridionale della Spagna e la costa del Nord Africa occidentale, e soprattutto dalle piccole e poco note Isole Chafarinas, isole spagnole a nord del Marocco, dove sono ancora presenti popolazioni costituite da un numero elevatissimo di esemplari. Il successo di quest'anno sta nell'essere riusciti a indurre, in modo naturale, l'emissione dei gameti da esemplari maschili e femminili della specie, seguendo e documentando anche le varie fasi larvali (alcune centinaia di migliaia di individui) fino al momento dell'insediamento. Tutte le attività sono realizzate su esemplari traslocati nel mese di ottobre dall'AMP di Tavolara, inizialmente trasferiti al Laboratorio di CNR-IBF a Camogli, dove sono state allestite le vasche per l'acclimatazione e quindi poste a terminare la propria maturazione in mare prima di riportarle nuovamente in laboratorio per indurre l'emissione e dove sono state allestite le colture larvali. Serviranno ora alcuni mesi nella speranza che in buona misura sopravvivano alle prime più delicate settimane di vita. L'obiettivo finale è la reintroduzione degli esemplari riprodotti nelle Aree marine Protette coinvolte nel progetto. La conservazione di Patella ferruginea è molto importante per il mantenimento della biodiversità e dell'equilibrio degli ecosistemi marini.
Condividi:
Altre notizie
Grande caldo, animali domestici a rischio: i consigli del veterinario
20/07/2022
di Anna Li Vigni
Genova, l'assessore Piana e l'emergenza cinghiali: "Ampliare i calendari venatori"
02/05/2022
di Tiziana Cairati
Cinghiali in città, l'ambientalista Nicola Leugio : "Sono animali intelligenti e opportunisti"
17/01/2022
di Anna Li Vigni