Rinnovabili in crescita, ma il fossile domina: il rapporto IEA e la sfida climatica
di M.C.
La domanda di energia cresce a ritmi insostenibili, frenando la transizione verde. Ecco le soluzioni proposte dal World Energy Outlook 2024
La corsa delle rinnovabili prosegue senza sosta, con 560 GW di nuova capacità solare ed eolica installata nel 2023, ma il dominio dei combustibili fossili rimane saldo. Il rapporto World Energy Outlook 2024 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) avverte: le politiche attuali non bastano a contenere la febbre del pianeta. Per limitare l’aumento delle temperature entro 1,5°C, servono tagli drastici ai combustibili fossili e investimenti massicci nelle infrastrutture.
Domanda in crescita - La richiesta globale di energia cresce ogni anno di circa quanto i consumi del Giappone, alimentata non solo dalla mobilità elettrica ma anche dall’uso crescente di condizionatori, elettrodomestici e data center. Sebbene Cina sia leader mondiale nelle rinnovabili e nel nucleare, la sua domanda elettrica ha portato a un aumento del 20% della produzione da carbone e del 40% da gas negli ultimi cinque anni.
Emissioni insostenibili - Secondo l’IEA, le emissioni di CO2 del settore energetico caleranno solo del 3% entro il 2030, ben lontane dal 33% richiesto dall’Accordo di Parigi. Questo scenario prevede un aumento della temperatura media globale di 2,4°C entro il 2100, con conseguenze drammatiche.
La strada da seguire - Per contenere il riscaldamento globale, i governi devono ridurre l’uso dei combustibili fossili del 30% entro il 2030 e del 55% entro il 2035. Ciò significa bloccare nuovi progetti di estrazione di petrolio, gas e carbone, e accelerare sull’efficienza energetica. Nello stesso periodo, il carbone dovrebbe calare del 72%, il petrolio del 43% e il gas del 50%.
Energia pulita - La quota di combustibili fossili nel mix globale è calata di appena il 2% nell’ultimo decennio, mentre la domanda di energia è aumentata del 15%. Solo il 40% della crescita è stata coperta da energia pulita, che include anche bioenergia moderna e nucleare. La tanto attesa riduzione della domanda di petrolio, carbone e gas potrebbe arrivare solo nel 2030, ma sarà inutile senza un rapido declino successivo.
Investimenti insufficienti - Attualmente, per ogni dollaro speso in energia rinnovabile, solo 60 centesimi sono destinati a reti e sistemi di accumulo. La spesa dovrebbe essere paritaria per garantire un’infrastruttura resiliente. Nel 2024 si prevedono investimenti di circa 2 trilioni di dollari nelle rinnovabili, ma nelle economie emergenti rappresentano appena il 15% del totale.
Focus sul nucleare - Nonostante il costo medio più alto (120 dollari/MWh contro i 50-70 delle rinnovabili), l’energia nucleare è in espansione, con 62 reattori in costruzione e grandi aziende tecnologiche che puntano sui mini-reattori per alimentare i data center.
Geopolitica e rischi - Le guerre in corso espongono le fragilità del sistema energetico globale, evidenziando la necessità di accelerare la transizione. «Le politiche e le scelte dei consumatori avranno enormi conseguenze sul futuro energetico e sul clima», ha dichiarato il direttore dell’IEA, Fatih Birol.
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