Rigassificatore, Unione Industriali Savona: "Non diciamo no, ma progetto è da rivedere. Verificare l'opportunità di allontanare impianto dalla costa”
di Redazione
L'Unione industriale della Provincia di Savona: "Ecco le nostre proposte al presidente Toti per quanto riguarda l'impianto che dovrebbe essere messo a Vado"
Il presidente dell’Unione Industriali della Provincia di Savona, Angelo Berlangieri, commenta l’incontro con il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, riguardo alle osservazioni mosse dall’Associazione relativamente al progetto del rigassificatore ipotizzato davanti alla coste savonesi.
“Gli imprenditori del territorio hanno ben chiara la necessità di un aumento del fabbisogno energetico per supportare una nuova politica nazionale che possa calmierare prezzi di gas ed elettricità fuori misura, tanto per i privati quanto per le aziende che subiscono pesanti contraccolpi economici in tutti i settori. Pertanto, l’Unione Industriali di Savona non esprime una contrarietà a priori verso opere quali rigassificatori, attività estrattive o gasdotti. Nemmeno, coltiviamo posizioni di chi non vuole simili investimenti in casa propria” dichiara Angelo Berlangieri.
Tuttavia, la guida degli Industriali savonesi affronta un ragionamento più ampio espresso ai vertici dell’ente Regione: “Abbiamo ripetuto ai rappresentanti istituzionali liguri che se quella del Vadese deve essere l’area prescelta, perché connotata dai migliori criteri scientifici e considerato che è una zona votata fin dagli inizi del secolo XX° dall’essere strategica per la politica energetica nazionale (pensiamo che il più importante oleodotto del Nord Italia collega Vado a Trecate) la gravosità di un simile investimento deve ricadere su tutti i soggetti coinvolti. Occorre, pertanto, verificare l’opportunità, se non addirittura l’esigenza di allontanare il nuovo insediamento in modo più significativo dalla costa. Fondamentale modifica nonostante i costi aggiuntivi per il gestore. Pensiamo, poi, per quanto ci riguarda, che le fondamentali opere a terra – ad esempio, filtraggio e pompaggio – debbano sfruttare aree industriali dismesse dell’Area di Crisi Complessa piuttosto che impattare su zone tuttora produttive, anche nel comparto agricolo o impattare su aree vergini. Il riutilizzo del suolo dove ci sono aree riutilizzabili è un principio che può e deve essere seguito. Solo in questo modo, con l’imprescindibile apporto del Governo nazionale, anche in termini di risorse, daremmo una vera risposta alla reindustrializzazione del Savonese, con uno sguardo di prospettiva in tema di sostegno agli investimenti in ricerca e sviluppo per le fonti energetiche rinnovabili e green, senza scontare ulteriori siti abbandonati da qui a qualche lustro. Sempre a terra, il progetto presenta evidenti criticità nel passaggio su aree dove sono presenti insediamenti e re-insediamenti industriali e sembra che alcune linee siano state “tirate con il righello”, anziché verificate sul posto. Le attività produttive esistenti non debbono essere impattate se non con un percorso di condivisione. Abbiamo per questo fornito la nostra disponibilità a trovare le soluzioni condivise, ove ci sia la volontà di trovarle”.
Alla visione industriale di Berlangieri si unisce, poi, la preoccupazione in chiave turistica sintetizzata dalla parole di Stefania Piccardo, presidente dell’Unione Provinciale Albergatori di Savona, realtà aderente a Uisv: “L’area compresa tra Bergeggi e la città di Savona ha compiuto un processo di rivitalizzazione promozionale straordinario. È un lavoro quotidiano che va avanti da 20 anni. Nel mondo ormai globale della ricettività, un valore tutt’altro che marginale viene rappresentato dalla percezione. Un’operazione di questa portata, se non resa compatibile, rischierebbe di compromettere i sacrifici trasversali della parte privata e di quella pubblica che stanno fornendo risultati importanti alle aziende e al comprensorio tutto”.
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