Rigassificatore, Toti fischiato a Savona: "Non decido io, lo fa il ministero dopo una lunga procedura"
di Edoardo Cozza
Il presidente della Regione Liguria dopo una contestazione: "Il progetto può essere cambiato, migliorato e modificato perché siamo all'inizio del percorso"
"Continuerò a ripetere che il rigassificatore non sarà autorizzato da Toti e neppure da qualche signore nascosto nelle fumose stanze: vi è una procedura ambientale e di sicurezza molto importante, che prevede la Valutazione di impatto ambientale da parte del ministero dell'Ambiente, la Conferenza dei servizi e la commissione di sicurezza, con i Vigili del fuoco, la Capitaneria di porto e 53 enti che dovranno rilasciare le rispettive autorizzazioni. Chi ripete il contrario alimenta paura evidentemente infondate e lo fa con la malizia di una politica che vuole continuare a bloccare questo paese". Lo ha scritto il presidente ligure e commissario per il rigassificatore Giovanni Toti in una nota a commento delle proteste contro di lui oggi a Savona.
Già ieri, dopo diverse prese di posizione contrarie al progetto presentato, ultimi gli industriali savonesi che chiedono diverse modifiche, Toti aveva detto che l'ultima parola in realtà non spetta a lui ma al Ministero dell'Ambiente. "Non credo che i Vigili del fuoco possano essere un giorno degli eroi e il giorno successivo dei pericolosi complottisti che mettono in pericolo gli italiani - scrive oggi Toti -. Lasciamo che tutti i soggetti tecnici preposti facciano il loro lavoro. Il progetto può essere cambiato, migliorato e modificato perché siamo all'inizio del percorso, ma quello che non si può fare è sostenere che questo Paese non abbia bisogno di gas per le sue famiglie e le sue imprese e poi, quest'inverno, piangere con il cappotto addosso quando i prezzi dell'energia torneranno a salire. Questo è inaccettabile e abbiamo il dovere di impedirlo".
"Se la Liguria ospita il primo sistema portuale d'Italia - prosegue Toti - è perché siamo vicini al primo sistema industriale del Paese. Credo quindi che il governo abbia fatto una scelta molto ragionevole: due rigassificatori sono andati nell'Adriatico a Rovigo e Ravenna, vicini al polo produttivo del nord est, uno arriverà a Vado Ligure al servizio del nord ovest, con Lombardia e Piemonte che fanno il 35-38% del Pil italiano, in un'area dove già oggi stazionano 200 grandi navi all'anno, davanti al porto di Vado dove arrivano ogni giorno petrolio e prodotti chimici, dove vi sono i terminali e le competenze per poter gestire l'impianto. È, soprattutto, un'area vicina ad una delle principali dorsali della rete nazionale del gas. A chi ha paura dei tubi del gas - conclude - ricordo sommessamente che nel nostro paese ci sono 33mila chilometri di tubi che corrono sotto i nostri piedi per portare il gas nelle nostre case".
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