Rifiuti tecnologici, cresce la consapevolezza tra i cittadini italiani. Ma i giovani restano indietro
di Andy Woodrook
Secondo l’Osservatorio RAEE, migliora la conoscenza tra gli italiani ma i 18-26enni faticano in riconoscimento e smaltimento
Il 58% degli italiani conosce il significato dell’acronimo RAEE, e il 45% sa identificarne correttamente la definizione. Ma tra i giovani dai 18 ai 26 anni i dati si abbassano drasticamente: meno della metà sa cosa siano e solo il 27% ne conosce la corretta definizione.
Osservatorio RAEE – I dati emergono dalla settima edizione del monitoraggio condotto da Ipsos per conto di Erion WEEE, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il report fotografa un’Italia in progresso sul fronte della conoscenza dei RAEE, ma ancora attraversata da disuguaglianze generazionali e comportamenti impropri.
Conoscenza diffusa – Nel dettaglio, il 58% della popolazione italiana è oggi in grado di riconoscere l’acronimo RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), con un incremento progressivo dal 2022. Ancora più significativo è il dato sulla comprensione effettiva del significato, che passa dal 40% nel 2024 al 45% nel 2025. Le campagne informative, secondo il Consorzio, stanno dando i primi risultati.
Cambiamenti nei comportamenti – A conferma del miglioramento generale, il conferimento errato di RAEE nella plastica o nell’indifferenziata è sceso al 10%, il livello più basso mai registrato. Tuttavia, restano criticità: spazzolini elettrici, piccoli giocattoli elettronici e smartwatch continuano a generare confusione, finendo spesso nei bidoni sbagliati.
Target giovanile – La fascia d’età tra i 18 e i 26 anni mostra livelli di conoscenza inferiori alla media: solo il 40% conosce il significato dell’acronimo e appena il 27% sa cosa siano davvero i RAEE. Anche i comportamenti sono meno virtuosi: il 16% dei giovani smaltisce ancora questi rifiuti in modo scorretto.
Servizi esistenti – Un dato positivo riguarda la conoscenza del servizio “1 contro 0”, ovvero la possibilità di consegnare piccoli dispositivi elettrici ed elettronici (fino a 25 cm) nei punti vendita anche senza effettuare un acquisto. Il 51% del campione nazionale ne è a conoscenza, ma anche in questo caso la percentuale cala sensibilmente tra i giovani.
Materie prime critiche – I RAEE rappresentano una fonte strategica per il recupero di materie prime fondamentali per la transizione ecologica e digitale. L’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di ottenere dal riciclo il 25% delle materie prime critiche necessarie alla produzione entro il 2030. Tuttavia, solo il 48% degli italiani è consapevole che questi materiali si trovano nei dispositivi a fine vita.
Canali non ufficiali – Rimane elevata anche la presenza di flussi non tracciati: più di un quarto degli italiani ha fatto ricorso a servizi non autorizzati per lo smaltimento, come gli svuota cantine, e il 29% è stato avvicinato da soggetti irregolari nei pressi dei centri di raccolta.
Comunicazione mirata – “I risultati sono estremamente incoraggianti e confermano l’efficacia delle strategie di comunicazione del Consorzio”, ha commentato Giorgio Arienti, direttore generale di Erion WEEE. “Ma la stagnazione tra i giovani ci impone una riflessione urgente. È fondamentale intercettarli sui loro canali e con linguaggi a loro familiari”.
Ruolo del Consorzio – Erion WEEE rappresenta oltre 1.600 aziende e coordina le attività di raccolta, trattamento e riciclo dei RAEE domestici, promuovendo l’economia circolare, l’innovazione e il rispetto ambientale. L’obiettivo dichiarato è ridurre l’impatto ambientale e migliorare la qualità della raccolta, agendo anche sulle fasce meno sensibili, come i più giovani.
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