Rifiuti speciali, all'Italia il poco invidiabile primato di maggior produttore europeo

di Sagal

2 min, 10 sec

La produzione di rifiuti da attività economiche supera la crescita del Pil, ma gli ultimi anni mostrano segnali di inversione

Rifiuti speciali, all'Italia il poco invidiabile primato di maggior produttore europeo

L’Italia è il Paese europeo che produce la maggior quantità di rifiuti speciali in rapporto al prodotto interno lordo, un dato che evidenzia una difficoltà nel raggiungere il “decoupling”, ovvero il disaccoppiamento tra crescita economica e produzione di rifiuti. Negli ultimi dieci anni, mentre il Pil è cresciuto del 7,2%, i rifiuti da attività economiche sono aumentati del 14,8%.

Caratteristiche e numeri – I rifiuti speciali sono quelli derivanti da attività produttive di industrie e aziende, gestiti e smaltiti da società autorizzate per il corretto smaltimento. Nel confronto con Germania e Francia, il divario di produzione in rapporto al prodotto interno lordo appare evidente. Tra il 2012 e il 2022, in Germania il Pil è aumentato del 12%, ma i rifiuti speciali solo del 2,8%. In Francia, a fronte di un incremento dell’11% del Pil, la produzione di rifiuti è addirittura scesa del 6%. L’Italia, invece, registra una crescita sproporzionata che indica quanto il legame tra attività economiche e rifiuti resti ancora stretto.

Segnali positivi – Un miglioramento emerge se si osservano i dati più recenti. Tra il 2018 e il 2022, i rifiuti da attività economiche sono aumentati dello 0,5%, mentre il Pil è cresciuto di oltre il 4%. Questo rallentamento potrebbe essere il segnale di un cambiamento in atto, anche se il cammino verso una gestione sostenibile è ancora lungo.

Rifiuti secondari – Una parte significativa dell’aumento dei rifiuti è legata alla crescita dei rifiuti secondari, derivanti dai trattamenti intermedi. Secondo il Laboratorio REF Ricerche, questi costituiscono una proxy dell’efficacia della gestione dei rifiuti: rappresentano un segnale positivo per il riciclo, ma evidenziano anche criticità. L’Italia, infatti, pur essendo tra i primi in Europa per il riciclo, mostra lacune negli impianti di recupero energetico e nello sviluppo dei mercati delle materie prime seconde.

Proposte di intervento – Il rapporto REF individua tre aree su cui agire per migliorare la gestione dei rifiuti:

  • Prevenzione – Promuovere l’uso dei sottoprodotti per ridurre la produzione di scarti.
  • Recupero della materia – Riformare la disciplina End of Waste per agevolare l’utilizzo dei materiali riciclati.
  • Recupero energetico – Potenziare gli impianti per valorizzare le frazioni non riciclabili.

Verso il futuro – Sebbene il picco della produzione di rifiuti secondari sia stato raggiunto nel 2018 con 26,7 milioni di tonnellate, il calo registrato nel 2022 (25,2 milioni di tonnellate) rappresenta un incoraggiante segnale di progresso. Tuttavia, come sottolinea il position paper di REF, la strada da percorrere per un’efficace transizione verso un’economia circolare è ancora complessa e richiede un approccio sistemico.

Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci anche su Whatsapp, su Instagramsu Youtube e su Facebook.