Regione, la riforma elettorale della Lega: abolizione del listino e parità di genere
di Marco Innocenti
Previsto anche un premio di maggioranza a crescere. Rixi: "Toti ha fatto bene. Sarà il nostro candidato"
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Abolizione del listino bloccato come punto cardine ma le novità introdotte dalla proposta di riforma della legge elettorale regionale presentata dalla Lega sono parecchie. Doppia preferenza con parità di genere, assegnazione di un seggio al candidato presidente vincitore e uno al candidato perdente ma soprattutto un premio di maggioranza a salire: 15 seggi più il presidente se la coalizione supera il 34%, 17 più il presidente se supera il 40% e 19 più il presidente se supera il 48.
“Una proposta semplice che si ispira alla legge in vigore per i comuni sotto i 15 mila abitanti – spiega Franco Senarega, capogruppo della Lega in Consiglio Regionale – Avremo tutti consiglieri a contatto col territorio, tutti eletti dall’elettorato perché non ci saranno uomini scelti dal presidente”. Esclusi quindi l’accorpamento dei collegi provinciali in un unico collegio regionale, come proposto qualche giorno fa da Andrea Costa di Liguria Popolare, e il ricorso al doppio turno proposto dai 5 Stelle.
Nella proposta presentata dal consigliere Franco Senarega, invece, non c’è traccia delle dimissioni degli assessori dalla carica di consiglieri. Su questo punto, rilanciato dallo stesso Toti, il Carroccio si dice però possibilista: “Non l’abbiamo inserita nella nostra proposta – ha spiegato Edoardo Rixi – ma è un argomento sul quale siamo disposti a dialogare. Toti? E’ normale che resti il nostro candidato, visto che ha fatto bene”. Anche perché, per approvare la riforma, serviranno 21 voti favorevoli sui 31 disponibili in Consiglio. Salgono così a 4 le proposte di riforma presentate: dopo quelle di Movimento 5 Stelle, Pd e Liguria Popolare, anche se i tempi per arrivare ad una definizione si prospettano ancora lunghi.
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