Regionali: So.Crem invita a non votare Bucci, il Comune di Genova "Trovata mediatica scorretta, se ne riparlerà in tribunale"
di Redazione
Materia del contendere, la costruzione del secondo forno e il regime giuridico di concessione perpetua venuta meno per sentenza
Botta e risposta tra So.Crem, la società cremazionistica del capoluogo ligure fondata a fine Ottocento, e il Comune di Genova.
La dichiarazione di guerra parte dalla sede di via Lanfranconi: "Per la prima volta nella sua lunga storia, la So.Crem, Società Genovese di Cremazione, fondata il 14 aprile 1897, dà un'indicazione di voto ai suoi 16.000 soci. Lo fa con riferimento alla scelta dell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Marco Bucci, di autorizzare la costruzione di un nuovo inceneritore privato che mette a rischio la vita stessa della So.Crem e le varie attività sociali e culturali che vengono fatte e finanziate a favore di Genova. Di fronte alla candidatura dello stesso Bucci a presidente della Regione, So.Crem fa una scelta di campo frutto di una lunga riflessione. La scelta è definita, in questi giorni sono in consegna le 16 mila lettere ad altrettanti soci e alle loro famiglie, con l'invito elettorale. Tutto è nato dalla decisione unilaterale del Sindaco Marco Bucci e della sua Giunta di costruire un secondo forno all'interno del Cimitero monumentale di Staglieno da affidare in gestione a imprese private a scopo di lucro, evidentemente a lui più "vicine" - denuncia la lettera -. Un secondo forno che non serve alla città poiché, come ha dimostrato anche la pandemia Covid, quello esistente di So.Crem ha sempre provveduto al suo scopo senza alcuna mancanza. Anzi, il recente Piano di programmazione regionale - uscito casualmente subito dopo l'autorizzazione del Comune al secondo forno - ha scritto chiaramente che l'impianto So.Crem è ottimale per tutta l'area metropolitana, ed è pure sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità. Si va dunque verso l'assurda coesistenza tra due forni nell'identico spazio cimiteriale: unico caso in tutta Italia dove nessuna città, per ragioni ambientali e di salute pubblica, detiene due forni, a parte Firenze che ha motivazioni specifiche".
Immediata la replica di Palazzo Tursi, nella forma di una nota collettiva a nome della giunta: "L'appello elettorale lanciato da Socrem è un'invasione di campo profondamente scorretta, in primis verso i soci della stessa Socrem, e che si fonda su un'evidente falsità. Nel loro appello a non votare il sindaco candidato alla presidenza di Regione Liguria, infatti, i responsabili di Socrem hanno premesso che "la Civica Amministrazione di Genova non intende rinnovare i rapporti contrattuali con la Socrem". In realtà, in considerazione del fatto che la Socrem ha beneficiato per oltre 100 anni di una concessione perpetua e che tale concessione dall'anno 2020, per espressa disposizione del Consiglio di Stato, non può più considerarsi in vigore, la Socrem non ha fatto assolutamente nulla fino ad oggi per regolarizzare la propria posizione".
"Questo è avvenuto nonostante i reiterati inviti del Comune alla presentazione di una proposta di project financing, corredato da un nuovo piano di investimenti, azione che avrebbe potuto sanare la situazione - afferma il Comune -. In altre parole, l'attuale condizione di gestione senza titolo del crematorio da parte di Socrem è esclusivamente da imputarsi all'inerzia della società stessa che, senza averne alcun diritto legale, pretende evidentemente di gestire la propria attività in regime di monopolio. Il Comune di Genova manifesta nei confronti della Socrem lo stesso rispetto che, in posizione di terzietà ed equidistanza, riserva a tutti gli operatori economici che decidono di investire sul proprio territorio".
"Ricordiamo alla Socrem che il Comune non ha alcuna possibilità di derogare al rispetto delle regole che soprassiedono alla gestione degli assets pubblici e la invitiamo perciò a presentare al più presto una proposta di investimento adeguata al fine di ottenere il rinnovo della concessione. L'iniziativa elettorale lanciata oggi da Socrem non è purtroppo la prima delle trovate mediatiche, senza fondamento formale e legale, che i responsabili hanno pensato in questi mesi per gettare ombre sull'operato di questa amministrazione e scaricare le proprie responsabilità di assoluta inerzia. Dell'iniziativa di oggi i responsabili della Socrem dovranno rispondere di fronte all'Autorità giudiziaria. Siamo certi che i soci della Socrem sapranno valutare criticamente questa grave, e non unica, caduta di stile che ci ha imposto questa replica per ripristinare la verità dei fatti e l'atteggiamento sempre collaborativo con chi fa impresa della nostra Amministrazione".
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