Burlando duro con la Schlein: "Non doveva cedere al ricatto di Conte". Ma difende il progetto di Orlando: "Pronto ad aiutarlo"

di Matteo Cantile

3 min, 27 sec

Sulla chat Vasta l'ex Ministro, Sindaco e presidente di Regione è molto critico con i vertici del Pd Nazionale: "Sarebbe servito più coraggio"

Burlando duro con la Schlein: "Non doveva cedere al ricatto di Conte". Ma difende il progetto di Orlando: "Pronto ad aiutarlo"

Claudio Burlando, già Sindaco, Ministro, presidente di Regione e padre nobile della sinistra ligure, è critico, per la prima volta, con Elly Schlein per avere “ceduto al ricatto di Giuseppe Conte”. Lo fa sulla chat Vasta, quella che raduna un’ampia schiera di amici, elettori di centrosinistra ma anche giornalisti, imprenditori, tanta società civile. L’esclusione dei candidati renziani dalle prossime elezioni regionali, è il succo del ragionamento di Burlando, è stato un drammatico errore di cui il centrosinistra pagherà un prezzo elettorale.

Cosa c’entra la Liguria – Per Burlando, così come per tutto il centrosinistra (compresa un’ampia fetta dei 5 Stelle), lo strappo con Italia Viva è una vicenda esclusivamente romana che si è giocata con il pretesto delle nomine Rai e che niente ha a che vedere con la Liguria. “Tutti sanno che io ho votato Bonaccini, ma questo non mi ha impedito di esprimere un giudizio estremamente positivo sulla campagna elettorale e il risultato ottenuto da Elly alle Europee – scrive Burlando - questa volta però devo dire con chiarezza che cedere al ricatto di Conte è stata una scelta drammaticamente sbagliata”.

Il ricatto – Burlando descrive i contorni della vicenda: “Non sto parlando di cose ‘per sentito dire’, Conte ha detto al Pd nazionale che se non si faceva fuori la lista di Italia Viva il Movimento 5 Stelle non avrebbe appoggiato Orlando. E lo sanno tutti. So bene cosa c’è dietro, il congresso e lo scontro con Grillo. Ma questo è”. Burlando è convinto che il Pd avrebbe potuto resistere al diktat grillino perché, scrive, “non sono sicuro che il Movimento 5 Stelle sarebbe andato fino in fondo”. Per l’ex presidente, insomma, sarebbe servito più coraggio.

Quali conseguenze - “Ci sono alcuni elettori che ritengono che l’assenza del gruppo renziano sia addirittura un vantaggio per il campo largo: è un opinione che rispetto ma che non condivido – continua Burlando - al contrario penso che l’assenza di Italia Viva sia grave perché avrebbe portato a Orlando una piccola ma significativa fetta di voti moderati che potrebbero, adesso, andare a rafforzare Marco Bucci”. Quanti? L’ex presidente ne ha contati otto solo tra i suoi contatti più stretti, quelli che lui definisce “il microcosmo di Vasta”. Ma il numero reale può essere molto più significativo: 4-5mila elettori, un travaso diretto dal centrosinistra al centrodestra che, infatti attraverso Bucci, ha già lanciato un appello ricordando la stretta collaborazione con Raffaella Paita nella Giunta comunale genovese.

Manca un pezzo – Ma non c’è solo l’aspetto di pura aritmetica elettorale a preoccupare il centrosinistra: i renziani parlano a un mondo in cui i progressisti non sono sempre ben inseriti, si pensi a una fetta di economia, porto, ma anche in pezzi di elettorato difficili da conquistare, come per esempio l’Imperiese. “Ci sono quattro settimane per porre rimedio a quello che per me è un danno oggettivo – scrive Burlando - lo deve fare soprattutto Orlando, rivolgendosi a quegli ambienti sociali e territoriali più critici con questa operazione. Se Andrea pensa che per parlare a questi ambienti la mia presenza sia utile io ci sono”.

Aiutare Andrea – Burlando, con questi post e il suo attivismo, vuole aiutare Orlando a superare questa fase difficile: “Mai mi era capitato negli ultimi nove anni di seguire una vicenda politica con questa intensità, scambiando opinioni per molte ore con il nostro candidato, il suo staff, i più importanti dirigenti del Pd genovese e ligure, uno strettissimo collaboratore di Schlein che non conoscevo (mi ha cercato lui) e i massimi esponenti di Italia Viva nazionali (Renzi e Paita) e liguri. Come minimo se ne deve dedurre che si sia trattato di un passaggio importante. Orlando aveva lavorato benissimo alla costruzione del campo larghissimo – conclude Burlando – va difeso e aiutato e vanno convinti gli elettori moderati a credere al suo progetto”.