Quanta Liguria vedremo nel governo Pd-M5s? Ecco i papabili ministri (o sottosegretari)

di Fabio Canessa

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Tra Orlando e Paita rispunta anche Pinotti. E attenzione all'outsider Luca Pastorino

http://video.telenord.it/wp-content/uploads/2019/08/05-GOVERNO-LIGURIA-02_26.mp4 Ci sarà quasi di certo un po' di Liguria nella squadra che Giuseppe Conte sta cercando di formare per tornare al governo, stavolta con una maggioranza diversa. Un po' perché l'eco mediatica della vicenda ponte Morandi impone di recuperare un legame politico in un territorio governato tutto dal centrodestra, ma anche perché diversi personaggi chiave dei partiti coinvolti, soprattutto il Pd, arrivano proprio da Genova o La Spezia. Cominciamo dal nome più gettonato, quello di Andrea Orlando. Eletto alla Camera non nel suo levante ligure ma in Emilia Romagna, è già stato ministro nei governi Letta, Renzi e Gentiloni, prima all'ambiente e poi alla giustizia. Oggi è vice di Zingaretti e una poltrona per lui nel nuovo esecutivo sembra piuttosto scontata. Toccherà in sostanza a lui bilanciare la componente grillina rappresentata dallo stesso Conte. Ancora da capire, però, quale sarà il suo dicastero. Uno di primo piano, come gli Interni o la Difesa, che ben si sposano col probabile ruolo di vicepremier? Forse ancora la Giustizia? O magari proprio i Trasporti, visto che a Genova ci sono dossier molto caldi, dal nuovo ponte alla gronda. http://video.telenord.it/wp-content/uploads/2019/08/04-VOX-POPULI-governo-01_28.mp4 A proposito di trasporti, una renziana della prima ora che potrebbe tornare in gioco è Raffaella Paita. Anche lei spezzina, ex assessore alle infrastrutture nella Liguria di Burlando, poi sconfitta da Toti alle regionali del 2015, può ambire ragionevolmente a un posto da sottosegretario, ma solo se i Trasporti saranno ancora targati cinque stelle. Ipotesi possibile ad esempio con Patuanelli, visto di buon occhio anche dalla Lega quando si vociferava di rimpasto. Certo sarà dura, come lo fu per Rixi, trovare un'intesa sulle grandi opere, ma l'ala moderata del movimento ha già dato segnali di apertura. È stata snobbata dai liguri, ma l'ha spuntata col proporzionale in Piemonte, la senatrice Roberta Pinotti, genovese. Che alla corte di Renzi fu ministro della difesa. Chissà che possa toccarle ancora lo stesso ruolo, anche in ottica quote rosa, visto che finora nel toto-ministri si parla quasi solo di uomini. Anche qui i legami con la regione di provenienza non mancherebbero, per citarne uno, la vertenza Piaggio Aero. Meno pesante la componente ligure tra i cinque stelle, anche se una riconferma di qualche tipo dovrebbe arrivare per Simone Valente, deputato e sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega ai rapporti col parlamento e democrazia diretta. Attenzione infine all'outsider, Luca Pastorino. Ex sindaco di Bogliasco, fu candidato alla Regione dalla sinistra di Cofferati in lite con Raffaella Paita. Ora è segretario dell'ufficio di presidenza della Camera. E visto che Leu voterà la fiducia al governo giallorosso, è plausibile immaginare per lui un ministero più defilato, o comunque un ruolo nell'esecutivo. Comunque vada, almeno sul fronte della rappresentanza, alla Liguria non dovrebbe andare così male.