Pronto entro due anni il Waterfront del Levante
di Paolo Lingua
Entro il 2023 tutta la zona ex Fiera Internazionale, alla foce del Bisagno, dovrebbe radicalmente cambiare fisionomia e diventare un modello urbanistico di livello internazionale, una quadro d’accoglienza che, oltre altri obiettivi, renerà insuperabile il Salone Nautico Internazionale che potrà accogliere imbarcazioni superiori ai 130 metri di lunghezza. Nell’area ex Fiera sfoceranno molti canali anche navigabili, ci saranno nuovi edifici, torri collegate in altezza con corso Aurelio Saffi, ponti percorribili in auto e anche retrattili, nonché altri collegamenti con il Padiglione Jean Nouvel e con la nuova ristrutturazione del Palasport. Sono previsti uffici ed edifici per gli studenti, oltre che l’impianto di un migliaio di alberi per disporre una zona verde di fronte al mare. Forse sarà possibile dar vita a una passeggiata che decollerà da Boccadasse raggiungerà la Lanterna.
Il progetto, firmato da Renzo Piano (un dono del grande architetto alla città), è indubbiamente ambizioso perché vuole fondere aspetti di promozione economica (a cominciare dal Salone Internazionale, storico prestigio di Genova) accanto a un modello turistico di forte attrazione, recuperando un’area strategica che per quasi mezzo secolo è stata sede della Fiera Internazionale che ormai non è più funzionante da più di un decennio, essendo cambiata, anche nel resto dell’Italia, un aspetto peculiare dell’economia espositiva. L’area della foce del Polcevera dovrebbe diventare, nel sogno degli amministratori e dei privati che ci hanno investito (si calcola oltre 250 milioni di euro), un punto fondamentale di riferimento sia per il potenziale turistico sia per gli stessi cittadini di Genova e della Liguria.
Tra l’latro, oltre un residence-hotel, si punta alla presenza di ristoranti di prestigio, in particolare nell’area del Palasport una realtà che potrebbe far riviere le presenze serali e notturne, per non parlare del potenziale di sport al coperto che potranno essere organizzati, recuperando una realtà che era caratteristica dell’edificio, al momento del decollo della Fiera tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando la realtà della Foce si identificava con la fenomenologia del “boom” dell’Italia. La trasformazione urbanistica della zona, soprattutto nelle prospettive operative del sindaco Marco Bucci che conta nel 2022 di fare un secondo mandato sino al 2027, potrebbe diventare, come del resto si è capito dalle dichiarazioni dello stesso sindaco, un punto di riferimento e di prestigio per l’immagine della città. Tabto è vero che si è accennato all’ipotesi di trovare un nome di richiamo per l’insieme che va oltre al “Waterfront di Levante” che è troppo burocratico e punta sull’aspetto operativo e di trasformazione, ma non sull’assetto definitivo. Si pensa a qualcosa che vada persino al di là del termine “Ponte San Giorgio” con cui è stato battezzato dopo la ricostruzione l’ex Ponte Morandi. Curiosamente un caso che ha visto ancora una volta in campo la matita sapiente di Renzo Piano.
La scommessa della completa ristrutturazione dell’area della Foce è certamente importante perché è sostitutiva di un’area che ha avuto per decenni un ruolo storico ed è stata un punto di riferimento per la stessa città e per il mondo esterno. E’ indubbio che la Fiera ha avuto un peso determinante per l’econo0mia della ricostruzione e del “boom”. Ma ora occorre “catturare” le nuove realtà, senza perdere la dimensione popolare, ma puntando su tutto quanto è elitario e soprattutto rappresenta una “novità” sul piano sociale, economico e anche di evasione e di divertimento. Ovviamente superando potenziali concorrenzialità che pure potrebbero muoversi in Italia e all’estero. Il Waterfront consentirebbe anche un potenziamento del Porto Storico e delle attività che si stanno incrementando. Il che potrebbe dar vita a due poli confinanti e complementari riacciuffando forse quella dimensione che non era stato possibile delineare all’indomani delle Celebrazioni Colombiane del 1992.
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