Processo Morandi, l'accusa chiede il rinvio a giudizio per Castellucci e gli altri 58 indagati

di Marco Innocenti

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Secondo i pm il viadotto crollò per le mancate manutenzioni. I legali dell'ex manager di Aspi: "Mere suggestioni non suffragate dai fatti"

Processo Morandi, l'accusa chiede il rinvio a giudizio per Castellucci e gli altri 58 indagati

Dopo 11 udienze, i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno hanno chiesto il rinvio a giudizio per l'ex amministratore delegato di Aspi e Atlantide Giovanni Castellucci e altri 58 indagati, oltre alle due società Aspi e Spea, nell'ambito dell'udienza preliminare per il crollo del ponte Morandi. I pm hanno anche chiesto il dissequestro dei reperti in modo da consentire al Comune di proseguire con i lavori per il parco della Memoria, il luogo progettato dall'architetto Stefano Boeri, per ricordare le vittime.

Per gli investigatori il viadotto crollò per le mancate manutenzioni, rinviate nel corso degli anni. Secondo l'accusa tutti sapevano che il ponte era malato ma nessuno fece nulla per ridurre i costi, in modo da garantire maggiori dividendi ai soci. Le accuse, a vario titolo, sono di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, rimozione dolosa di dispositivi di sicurezza, falso, omissione d'atti d'ufficio. Gli imputati sono gli ex vertici di Aspi e Spea (la società che si occupava delle manutenzioni), i dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato che non controllarono la società e lo stato delle opere. Da domani inizieranno a parlare i legali delle parti civili e dei responsabili civili.

"La scelta dei pm appare scontata dopo la ricostruzione andata in scena che è basata su mere suggestioni non suffragate da fatti - questo il commento di Guido Carlo Alleva e Giovanni Paolo Accinni, legali di Giovanni Castellucci - Avremo modo di dimostrarlo intervenendo, per fortuna ormai a breve, in aula".