Processo Morandi, a giugno in aula la requisitoria: i pm chiudono con una parabola sulla responsabilità

di E.L.M

1 min, 47 sec

I pm depositano una memoria di 6mila pagine e chiudono con una parabola provocatoria sulla responsabilità di chi sceglie di non intervenire

Processo Morandi, a giugno in aula la requisitoria: i pm chiudono con una parabola sulla responsabilità

Comincerà il 16 giugno la requisitoria della pubblica accusa nel processo sul crollo del viadotto Polcevera, noto come ponte Morandi, avvenuto a Genova il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone. I magistrati hanno intanto depositato una memoria di quasi seimila pagine in cui ricostruiscono tre anni di udienze e chiudono con una metafora sulla responsabilità delle scelte (o delle omissioni) compiute prima della tragedia.

Memoria depositata – Il documento redatto dai pm Walter Cotugno e Marco Airoldi è una lunga ricostruzione del dibattimento iniziato nel 2022. Nella parte finale compare una “favola” che descrive un datore di lavoro alle prese con una scala di legno difettosa. Dopo aver ricevuto il monito da un operaio e un falegname, il protagonista fa sistemare due pioli tarlati ma ignora il terzo, fidandosi invece delle rassicurazioni di una “maga Riflettometrica”. Quando un operaio sale proprio su quel piolo, la scala cede. Il racconto si chiude con due domande provocatorie rivolte al lettore: “È innocente il datore di lavoro? O doveva forse comprare una scala nuova?”

Reazioni – Il riferimento simbolico alla vicenda del ponte ha suscitato critiche tra le difese. L’avvocato Francesco Del Deo, legale di alcuni imputati di Spea, ha commentato: “La storiella finale la considero una banalizzazione di tutta la vicenda”.

Calendario – I giudici del collegio hanno programmato le udienze fino a Pasqua 2026, ma non si esclude che il procedimento possa concludersi prima. L’accusa parlerà anche nei mesi di luglio e settembre, con l’obiettivo di completare l’esposizione della propria posizione su tutti i capi di imputazione.

Detenuti e udienze – Il collegio giudicante ha chiesto di sapere se i cinque imputati attualmente detenuti per la tragedia del bus di Avellino – Giovanni Castellucci, Paolo Berti, Nicola Spadavecchia, Riccardo Mollo e Michele Renzi – intendano partecipare alle prossime udienze del processo. Nel caso si valuterà la participazione da remoto. Durante l’ultima udienza è emersa anche la notizia della scomparsa di uno degli imputati: Massimiliano Giacobbi, ex dirigente di Spea, è morto a 54 anni a causa di una grave malattia.

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