Prezzi impazziti, 3600 segnalazioni in un mese

di Redazione

Truzzi (Assoutenti): "Mascherine al centro. Abbiamo finalizzato 52 esposti ad altrettante procure della Repubblica"

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C'è l’infermiera del bresciano che in piena emergenza si rivolge a una farmacia di Botticino e per 13 mascherine FFP2 deve sborsare ben 300 euro. Il consumatore toscano che ancora a fine aprile trova su Amazon annunci di mascherine singole per diverse centinaia di euro. Il medico che vuole proteggere il padre ultrasettantenne immunodepresso e da poco trapiantato e si chiede come sia possibile acquistare 100 mascherine chirurgiche a 200 euro. E poi i cittadini scandalizzati dalla vendita di dispositivi improbabili: cartonati e fasce elastiche proposti come mezzi di protezione individuale dal contagio attraverso televendite, annunci social, email marketing, indifferentemente da farmacie, ferramenta e diversi rivenditori improvvisati.

E’ lo scenario variegato e desolante emerso dall’analisi condotta da Assoutenti sulle oltre 3.600 segnalazioni ricevute nel mese di aprile con la campagna Mister Prezzi 2020. “Abbiamo chiesto ai cittadini di farci pervenire scontrini e foto dei prodotti per mettere a fuoco il fenomeno dei rincari e delle speculazioni e siamo stati letteralmente sommersi dai messaggi e dalle email dei consumatori” spiega Furio Truzzi Presidente di Assoutenti. “I 233 casi più gravi sono già stati portati all’attenzione delle autorità giudiziarie: abbiamo finalizzato 52 esposti ad altrettante procure della Repubblica”.

Le segnalazioni ricevute da Assoutenti hanno riguardato prevalentemente le mascherine (81% dei casi), ma non hanno risparmiato anche altri prodotti, come alcool, gel detergenti, guanti e generi alimentari. Tra le mascherine, la tipologia più segnalata è stata quella delle FFP2 o equivalenti (42%), seguita da un 16,5% di mascherine chirurgiche e un 14,3% di lavabili.

“Come dimostra la prevalenza di segnalazioni sulle mascherine FFP2, nel momento di massima preoccupazione - commenta il Presidente Truzzi - le persone hanno cercato di acquistare mascherine dall’alto fattore protettivo e si sono rivolte soprattutto alle proprie farmacie di fiducia: qui hanno trovato nella maggior parte dei casi prezzi fuori mercato”. Nel 78% dei casi tali mascherine sono state vendute a un prezzo unitario tra i 6.50€ e i 15€ e la metà di queste tra i 10€ e i 15€. Nel 18% dei casi il prezzo si è attestato addirittura tra i 15€ e i 25€, con i prezzi più alti registrati in farmacie di Roma, Milano e Campobasso.

Notevoli anche i rialzi registrati per le mascherine lavabili (a Roma si è arrivati a vendere un pezzo a 20,90€ e il 50% delle segnalazioni si attesta nella fascia 10-20€) e per quelle chirurgiche, con punte di 7 euro al pezzo (Pordenone) ovvero 14 volte il prezzo successivamente stabilito dal governo. Per le chirurgiche più di un terzo delle segnalazioni si sono attestate tra i 3€ e i 7€.
Le FFP3 sono costate in alcuni casi fino a 60€, mentre l’alcool nel 60% delle segnalazioni è costato da 5 a 20 euro al litro, quando prima dell’emergenza era normale trovarlo al supermercato ad un costo tra 0.80 centesimi e 1.50 euro al litro.

Un altro fenomeno preoccupante è stato registrato per quanto riguarda le vendite online (il 20% delle segnalazioni). “I prezzi di queste vendite si sono rivelati tra i più alti ma per molti di questi non sarà possibile neppure procedere con l’esposto perché gli annunci nel frattempo sono stati oscurati o modificati” spiega l’associazione. Si è constatato il proliferare di vendite non solo da parte di farmacie, ma anche di esercenti che prima si occupavano di tutt’altro (abbigliamento, prodotti per la casa,  ferramenta) e che hanno approfittato del momento per inserirsi in un mercato assai profittevole.