Pontedecimo, il grido di una mamma: “Mio figlio sta morendo e nessuno fa qualcosa"

di Gilberto Volpara

Richiesta d'aiuto di una donna per il figlio vittima di problemi psichici e di tossicodipendenza

Monica è la mamma di Marco, un ragazzo di 32 anni con innumerevoli problemi psicologici. Da 8 anni ha deciso che la sua vita sarebbe stata quella del barbone tra le vie di Pontedecimo, delegazione a nord di Genova. Nel mezzo c'è stato di tutto, compresi i problemi di tossicodipendenza che Monica non nega. Il tema, però, è un altro: Marco rifiuta qualsiasi tipo d'aiuto e, fino ad oggi, nessuno è riuscito a dichiararlo infermo di mente così da potergli riconoscere adeguate cure in una struttura psichiatrica pubblica.

"Io lavoro in un centro commerciale, sono separata e ho un altro figlio. Non ho la forza economica per pagarmi una realtà privata, ma anche un percorso pubblico, che esisterebbe, non può essere avviato perchè Marco si rifiuta. Per lui questa vita è diventata normale. Vaga per le vie del quartiere, non si lava, talvolta subisce violenza, ma davanti alle mie richieste d'aiuto ci sono state solo promesse non mantenute da parte delle istituzioni. Vengono, lo portano via con un trattamento tso e dopo qualche giorno tutto ricomincia da capo. Marco, non è per nulla stupido, aveva una potenziale carriera da grafico che ha buttato e, oggi, sta morendo nel silenzio generale. Io non riesco a darmi pace di come una comunità possa permettere tutto questo. L'unico conforto l'ho trovato dalla gente normale come me che nulla può fare per stoppare questa situazione" dice Monica con un'eccezionale dignità dopo anni di sofferenza.

Perchè, ora, ho deciso di parlare a una tv? Monica replica diretta all’interno di un negozio nel cuore di Pontedecimo: “Ho sempre rifiutato questa via, ma oggi sono disperata e convinta che il caso di Marco non sia l'unico".

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