Ponte Quattrocchi, il Comune ignora Anpi e petizioni: cerimonia confermata
di Redazione
La famiglia del partigiano Firpo scrive al sindaco Bucci: "Non distruggiamo la memoria"
Continuano le polemiche sulla decisione del Comune di Genova di intitolare la passerella pedonale sul Bisagno a Fabrizio Quattrocchi, contractor rapito e assassinato in Iraq nel 2004. Il ponte era conosciuto con il nome "Firpo", dedica ad un partigiano che il Comune non ha però mai ufficializzato. Dopo l'annuncio dell'intitolazione a Quattrocchi Anpi ha pubblicato una nota ufficiale: “Firpo fu ucciso durante una rappresaglia conosciuta come “la strage del panino e della mela”, ed è morto per la libertà della propria patria. Sostituire senza alcuna motivazione il nome di un partigiano, con quello di un’altra persona impegnata su teatri di guerra stranieri solo per scelta professionale e sulla cui figura non è mancata la strumentalizzazione da parte di alcune forze politiche, le stesse che a Schio rifiutano di apporre le pietre d’inciampo in ricordo dei deportati ebrei, rischi davvero di essere divisiva e foriera di contrapposizioni”.
Il Comune di Genova non ha però ascoltato le richieste di Anpi, né quelle di chi ha raccolto firme in una petizione online. La cerimonia di intitolazione a Fabrizio Quattrocchi è stata confermata per lunedì 2 dicembre alle ore 11,30 sul ponte pedonale che collega via G. Moresco a Corso Galliera. Saranno presenti il vice sindaco di Genova Stefano Balleari, la sorella di Fabrizio Quattrocchi, Graziella, il consigiliere comunale Alberto Campanella e l'assessore ai servizi civici del Municipio 3 Oriana Cipparoli. La famiglia Firpo ha scritto al sindaco di Genova Marco Bucci: " La famiglia Firpo apprende con grande dolore e preoccupazione la Sua intenzione di annullare l'intitolazione del Ponte, sito tra corso Galliera e Via Moresco, ad Attilio Firpo, partigiano Attila. Genova, come Lei ricordava nel suo discorso del 25 aprile u.s., è città Medaglia d'oro della Resistenza .È parte della nostra storia e il sacrificio di queste persone ha permesso a tutti noi di vivere in un paese libero e democratico. Si fa fatica a comprendere come Lei, Signor Sindaco, dopo avere detto che “sull'esempio della Resistenza sapremo costruire un grande futuro per noi e sopratutto per i nostri figli” si adoperi di fatto a rinnegare un simbolo così importante per la Valbisagno e per Genova. Per chi abita in Valbisagno quello é Ponte Firpo. La storia dovrebbe essere maestra ma se ne distruggiamo la memoria rischiamo di ripetere gli stessi errori. I simboli servono a mantenere memoria e attenzione. I fenomeni di intolleranza e violenza sono sotto gli occhi di tutti in questi tempi difficili. Le chiediamo pertanto di considerare altre possibilità per intitolare uno spazio alla memoria di Quattrocchi. Certi che voglia mantenere coerenza tra le sue parole e il suo operato abbiamo fiducia che l'Istituzione che Lei rappresenta si rifaccia ai principi antifascisti che connotano Genova."
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