Ponte Morandi, prorogato lo stato di emergenza. Ma il nodo restano le macerie
di Fabio Canessa
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Nella notte via libera dal Cdm. Conte media con Costa, Bucci al bivio: rinunciare o derogare?
Via libera del Consiglio dei ministri alla proroga dello stato di emergenza per il crollo del Ponte Morandi a Genova. È quanto si legge nella nota di Palazzo Chigi dopo la riunione infuocata sulla riforma della giustizia. A chiedere il provvedimento era stato il commissario e presidente ligure Giovanni Toti durante la spedizione a Roma col sindaco Marco Bucci.
Primo tassello a posto, dunque. E dal Governo è arrivata apertura su molti fronti: l'ampliamento dei risarcimenti e della loro platea, l'istituzione di un fondo di garanzia per i parenti delle vittime. E poi, il più delicato, la possibilità di utilizzare gran parte delle macerie rimaste in cantiere dopo l'implosione delle pile 10 e 11 per il riempimento del bacino di Fincantieri, a Sestri Ponente.
Il premier Giuseppe Conte ha permesso di mediare col ministro dell'ambiente Sergio Costa. Per togliere ogni dubbio servirebbe infatti un provvedimento ad hoc che permetta di aggirare le attuali prescrizioni.
L'Ispra, organo tecnico del ministero, si era ammorbidito raccomandando solo di rispettare le norme nazionali e comunitarie. Che in teoria vietano comunque di utilizzare materiali classificati come "rifiuti" per opere di riempimento a mare, anche se i carotaggi prima della demolizione avevano escluso la presenza di amianto in percentuali rilevanti. Ad alimentare la confusione si aggiunge un rimbalzo di competenze che riguarda la Città metropolitana, ente responsabile per il trattamento dei rifiuti.
La questione dei detriti è insomma la più complessa e rischiosa. Almeno per ora non influirà col programma della ricostruzione, ma la promessa era quella di liberare tutta l'area entro il 14 agosto.
Nel caso in cui la mediazione non avesse successo, a Bucci restano due soluzioni. Optare almeno in parte per il conferimento in discarica, strada prevista regolarmente dal contratto coi demolitori, oppure esercitare il potere di deroga concesso dal Decreto Genova. Un modus operandi che il sindaco-commissario finora ha sempre evitato, forse anche per timore di futuri risvolti giudiziari.
Fabio Canessa
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