Ponte Morandi: per capire cosa è successo

di Paolo Lingua

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Ponte Morandi: per capire cosa è successo

Ci sono responsabilità dirette e indirette per il crollo del ponte (ormai ex) Morandi del 14 agosto 2018 che ha provocato 43 vittime? Il problema vero è capire, senza alcun dubbio che cosa sia veramente successo e di chi, possibilmente, può essere la colpa. I vertici e le gerarchie di controllo della Società Autostrade per l’Italia sapevano oppure ignoravano? C’era una gestione cinica e indifferente per quel che concerneva i potenziali rischi frutto d’una gestione che, a quel che pare, era improntata al risparmio e all’indifferenza? Una parte di queste verità che tutti vorrebbero sapere o capire potrebbero emerge dopo un mese di confronti e di verifiche  nel quadro dell’incidente probatorio che è decollato ogg8i a palazzo di giustizia all’interno d’una vasta tensostruttura realizzata in tempi stretti per far fronte alle necessità di prevenzione frutto del Covid. Il processo per il crollo sarà una realtà di lunga durata.

Forse dieci anni dal dramma del ponte quando avremo la sentenza definitiva della Corte di Cassazione. Il processo di primo grado non inizierà che il prossimo anno, quando  le indagini del Gip con l’ipotesi delle responsabilità saranno più chiare. Il punto chiave è sapere e capire se i vertici della Società Autostrade per l’Italia, controllata alla famiglia Benetton, sapevano o no dei rischi del ponte. Ma il processo è assai più articolato perché devono essere chiarite eventuali responsabilità  da quelle dirette a quelle indirette e anche per tutto quello che può mettere in luce non solo azioni ma anche omissioni o errori di informazione di valutazione. Per non parlare di controlli superficiali oppure omessi da parte delle autorità governative. Il gioco0 delle responsabilità è dunque infinito. L’incidente probatori che si risolverà nel volgere di un mese partirà infatti dalla supervalutazione dei quattro esperti nominati dalla magistratura genovese sulle condizioni del ponte.

Una valutazione che si confronterà con le valutazioni dei periti della parte civile, ovvero i familiari delle vittime, nonché di quelli della difesa particolarmente agguerriti. Uno dei punti cardine della discussione riguarderà il cosiddetto “tiraggio del trefolo” ovvero del cavo d’acciaio che sorreggeva la pila che è crollata. Era usurato? Chi aveva l’incarico del controllo e della manutenzione ne era informato? C’è stata una volontaria omissione (e qui scatterebbe l’aspetto doloso e quindi penale) o solo una valutazione sbadata e superficiale? E da quanto tempo il ponte era considerato un pericolo? Quali erano i difetti intrinseci che risalivano addirittura alla costruzione? I parenti delle vittime che si sono costituiti, come è logico, parte civile sono assetati di verità e di giustizia: seguono da un locale riservato e munito di telecamera per seguire passo dopo passo  il processo. La Società Autostrade e tutte le imprese e i soggetti coinvolti – ci sino al momento ben 71 indagati – hanno messo a loro volta in campo un esercito di periti e di avvocati pronti a intervenire di fronte al minimo dubbio.

La posta in campo è molto importante e delicata. Anche perché alle spalle del procedimento sul dramma del ponte convivono, su linee processuali diverse ma, per molti aspetti parallele, le indagini sulle condizioni generali delle linee autostradali della Liguria che, negli ultimi due anni, hanno avuto una serie di danni, di crolli e di gravi lesioni, tanto è vero che la Società Autostrade ha messo in atto una intensa azione di controllo e di manutenzione, dopo quanto è emerso sullo stato delle gallerie e dei portali antirumore risultati poi di mediocrissima qualità. E su queste vicende incombono registrazioni e intercettazioni di dialoghi tra dirigenti e responsabili dell’azienda che metterebbero in luce la cultura di scarsa manutenzione che da sempre avrebbe caratterizzato la gestione autostradale. Su tutto pesa, sul piano strategico, la complessa e faticosa trattiva per il ritiro della concessione da parte dello Stato, operazione che però è ancora confusa e contraddittoria, oggetto di continui rinvii. Un quadro complesso e nel quale convivono l’ansia di giustizia e di verità e complessi problemi di interessi.