Ponte Morandi, la clessidra corre: tre mesi fa il crollo e 43 vittime

di Redazione

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Per Toti il nuovo viadotto "deve essere pronto entro il 2020", Bucci assicura: "Pronti elenco aziende e decreti"

Ponte Morandi, la clessidra corre: tre mesi fa il crollo e 43 vittime
Tre mesi dopo la tragedia del 14 agosto i monconi di ponte Morandi sono sempre lì. Si stagliano contro un cielo nero che da due settimane vomita pioggia e vento mostrando il loro profilo che sta tra il monito all'umana presunzione e il ricordo di 43 vite spezzate. Attorno a quel che resta del ponte, il lavoro delle istituzioni, le speranze della gente che sotto il ponte viveva e di quella che su quel ponte viaggiava, la rabbia di chi grazie a quel ponte lavorava. Mentre gli spedizionieri genovesi annunciano una class action contro Aspi e Mit per i danni subiti in seguito al crollo del ponte Morandi, azione approvata dall'assemblea di Spediporto e che non esclude un'azione amministrativa contro le Autorità per Concorrenza e Mercato, Anac e Regolazione Trasporti, il sindaco-commissario Marco Bucci rilancia tutta la sua determinazione mentre il procuratore Cozzi dice che tutto è pronto per il dissequestro dei monconi: "Aspetto la legge. I decreti sono pronti, devono solo partire. Abbiamo già un elenco di aziende che saranno invitate", dice Bucci. Per il governatore Giovanni Toti "quel ponte deve essere finito nel 2020 o qualcuno dirà alla citta' di Genova per quale ragione non è pronto. Quando tutto è cominciato ho detto che il percorso che la Regione aveva intrapreso avrebbe consentito di avere un ponte al massimo in 15 mesi. Il governo ha scelto un altro percorso. La clessidra corre. C'è chi si assume la responsabilità delle proprie scelte ma noi siamo qui a collaborare in ogni modo possibile". Toti si riferisce allo stallo del Dl Genova. Stallo che fa paura anche agli sfollati: "a tre mesi dal crollo il decreto non è ancora legge e noi temiamo che ci siano aspetti che potranno ricadere pesantemente sulla figura del sindaco-commissario", ha detto il presidente del comitato Franco Ravera. "E' il governo a doversi svegliare perché Genova aspetta risposte", twitta Maria Stella Gelmini. La città è in sofferenza. Il porto patisce, c' ètutta una economia che guarda alla ricostruzione del viadotto come unica soluzione per non andare a picco. Lo dice Giampaolo Botta, dg di Spediporto: "Ottobre ha confermato il calo dei traffici del porto di Genova. I danni sono in via di quantificazione ma il riscontro in termini di volumi è evidente. I dati mostrano che il porto sta soffrendo in termini di perdita di volumi e maggiori costi". Sul caso si inseriscono le parole dell'ex capo della protezione civile Bertolaso: una doccia fredda. "Per ricostruire il ponte di Genova ci vorrà qualche anno. Il dl è in ritardo perché è stato bloccato". Nella prima versione prevedeva pieni poteri al commissario. E' stato riscritto, ma pur dando poteri al sindaco "è pieno di condizionamenti e limiti che rallenteranno l'iter di ricostruzione", conclude Bertolaso.