Ponte Morandi, i periti: "Difetti esecutivi, nessuna manutenzione e stralli corrosi"

di Redazione

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I dati delle analisi: corrosione dell'acciaio fino al 100%. Aspi: "Non è la causa del crollo"

Ponte Morandi, i periti: "Difetti esecutivi, nessuna manutenzione e stralli corrosi"
E' stata depositata dai periti nominati dal gip Angela Nutini, la perizia sullo stato di conservazione e manutenzione delle strutture di Ponte Morandi. Secondo la ricostruzione dei tre esperti, il crollo fu causato da "difetti esecutivi" rispetto al progetto originario ma anche a degrado e corrosione di diverse parti dovuti alla "mancanza di interventi di manutenzione significativi". Secondo le analisi dei periti sui reperti prelevati dalla pila 9, quella crollata, e su quelle rimaste in piedi, la "prova regina" sarebbe quella archiviata come reperto 132 cioé l'ancoraggio dei tiranti sulle sommità delle antenne del lato Sud perché è il punto che si sarebbe staccato per primo. I periti hanno individuato nei trefoli "uno stato corrosivo di tipo generalizzato di lungo periodo, dovuto alla presenza di umidità di acqua e contemporanea presenza di elementi aggressivi come solfuri, derivanti dello zolfo, e cloruri". Sconcertanti i dati emersi dalle analisi dei tre periti: i trefoli di acciaio dentro i tiranti della pila 9 avevano un elevato grado di corrosione. Il 68% dei trefoli del gruppo primario, situato all'interno del tirante, e l'85% dei trefoli situati più all'esterno, avevano una riduzione di sezione tra il 50 e il 100%. Sulle parti esaminate "non si evidenziano interventi atti a interrompere i fenomeni di degrado - si legge nella perizia - Gli unici ritenuti efficaci risalgono a 25 anni fa". In più, evidenti difetti di esecuzione: "I cavi secondari sono spesso liberi di scorrere e alcuni trefoli non sono stati trovati dentro le guaine. In generale i cavi secondari nelle guaine presentano fenomeni di ossidazione e, in alcuni casi, con riduzione di sezione, i quali hanno effetti diretti sulla sicurezza strutturale". L'inchiesta vede indagate 71 persone, insieme alle due società Autostrade e Spea. I reati, a vario titolo, sono di omicidio colposo, omicidio stradale colposo, disastro colposo, attentato alla sicurezza del trasporti e falso. AUTOSTRADE: LA PERIZIA ESCLUDE CHE LO STRALLO SIA STATA CAUSA DEL CROLLO" "Per quanto riguarda la situazione dello strallo della pila 9 la relazione dei periti riporta soltanto la classificazione degli stati di corrosione dei fili di acciaio componenti i trefoli, classificazione determinata in modo sommario e quindi utilizzabile soltanto ai soli fini descrittivi. Tale classificazione consente comunque di escludere che sia stato lo strallo la causa primaria del cedimento". Lo afferma Aspi in una nota. "Le percentuali di corrosione riportate nella tabella della perizia depositata confermano in che la capacità portante degli stralli era ampiamente garantita, come hanno dimostrato anche i risultati delle analisi compiute dal laboratorio Empa di Zurigo e dall'Università di Pisa. Quindi, l'eventuale presenza di una percentuale ridottissima di trefoli corrosi fino al 100% non può in alcun modo aver avuto effetti sulla tenuta complessiva del Ponte". "La relazione dei periti del Gip non evidenzia situazioni di degrado che possano in alcun modo essere messe in relazione con una diminuzione della capacità portante del ponte" dice ancora Autostrade. "L'analisi delle parti crollate ancora presenti al momento dell'inizio dell'incidente probatorio e delle parti non crollate ha messo in evidenza alcuni difetti solo localizzati, peraltro compatibili con l'epoca di costruzione. Tali difetti non sono in alcun modo connessi alla funzionalità dell'opera, erano già stati rilevati dai programmi di sorveglianza e in parte già oggetto di interventi di ripristino strutturale" spiega la società. "In particolare si rileva che, come riportato dai periti, le parti non crollate, incluse le sezioni limitrofe alla parte crollata e presumibilmente influenzate dal crollo, hanno superato positivamente le prove di carico cui sono state sottoposte precedentemente alla demolizione dalle imprese assegnatarie dei lavori di demolizione e costruzione del nuovo ponte" dice Aspi. Riguardo alla Pila 9, "l'elaborato - dice Aspi - evidenzia che i cavi primari non mostrano particolari segni di degrado e definisce 'duttili' le superfici di frattura della parte dello strallo collegata con l'Antenna, confermando quanto già sostenuto nelle analisi dei laboratori Empa e dell'Università di Pisa. Nel corso dell'indagine infine sono state evidenziate alcune particolarità del processo costruttivo, non conoscibili in precedenza, la cui significatività potrà essere valutata soltanto in una fase successiva degli accertamenti, nell'ambito del secondo incidente probatorio". I periti di Aspi fanno notare come "tutte le ipotesi sul crollo del Ponte o le presunte 'prove regine', emerse nel corso degli ultimi mesi, non abbiano trovato finora nessuna corrispondenza oggettiva nelle analisi e nelle evidenze disponibili, finendo via via per essere smentite dai dati oggettivi". "Da ultima anche questa relazione dei periti del Gip, nonostante evidenzi difetti costruttivi e condizioni di degrado compatibili con l'età dell'opera, viene letta enfatizzando solo alcuni aspetti di degrado che non possono avere alcun nesso causale con il crollo del Ponte", conclude la nota.