Ponte Morandi, completati i test con esplosivo nella cava dei Camaldoli
di Fabio Canessa
1 min, 10 sec
Il piano per demolire il moncone est: maxi geyser per abbattere le polveri potenzialmente nocive
Si sono conclusi con esito positivo i test con esplosivo per abbattere le pile 10 e 11 di ponte Morandi. Nella cava dismessa dei Camaldoli, sotto Forte Ratti e in posizione dominante sugli abitati di Quezzi e San Fruttuoso, i tecnici di Omini e della Siag hanno effettuato quattro esplosioni controllate a distanza di un quarto d'ora l'una dall'altra per individuare quella che sarà la tecnica di demolizione più adatta a limitare il più possibile la dispersione di polveri.
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In pratica sarà una sorta di geyser a evitare che i resti del viadotto crollato si trasformino in una nube potenzialmente nociva per gli abitanti. Il piano messo a punto dai demolitori prevede di collocare vasche piene d'acqua sugli impalcati delle pile. Le microcariche di dinamite saranno posizionate in modo da far detonare prima il liquido e poi la struttura: le goccioline in sospensione dovrebbero far sì che il polverone rimanga contenuto nelle immediate vicinanze del ponte.
La mattinata di test nell'ex cava di cemento è servita proprio a capire quale sia la configurazione delle cariche più efficace. Ai lavori hanno partecipato anche Asl, Arpal, i tecnici della struttura commissariale e, per garantire la sicurezza, la protezione civile e la polizia. In settimana dovrebbe arrivare poi la decisione ufficiale sul piano da seguire, anche se ormai non ci sono più dubbi che la dinamite sia la soluzione più sicura sotto tutti i punti di vista.
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