Ponte Genova: Pinerolo ricorda la famiglia Possetti
di Redazione
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Padre, madre e due figli morti mentre andavano al mare
PINEROLO (TORINO) - "Un anno dopo la ferita è ancora viva, i ricordi nitidi, il dolore forte". Nadia è la sorella di Claudia Possetti, la mamma 48enne di Cavour (Torino) che fu tra le vittime del ponte Morandi, lo scorso 14 agosto.
Il disastro di Genova ha cancellato la sua famiglia: con Claudia sono morti i suoi due figli, Camilla e Manuele Bellasio di 12 e 16 anni, e il marito Andrea Vittone, 49 anni, sposato venti giorni prima
La coppia era da poco tornata dal viaggio di nozze negli Stati Uniti, dove era stata con i due ragazzi. Approfittando degli ultimi giorni di vacanza aveva deciso di trascorrere sulla riviera ligure di levante un giorno al mare, uno solo, ma il crollo del ponte se li è portati via.
"Quando abbiamo saputo del crollo del ponte - raccontano le sorelle Claudia ed Egle Possetti, che oggi è presidente del comitato 'Vittime del Morandi' - abbiamo iniziato a telefonare a Claudia; il telefono suonava, ma nessuno rispondeva".
Un anno dopo, la città di Pinerolo ricorda le 'sue' vittime con una cerimonia pubblica, martedì 13 agosto di fronte al teatro Sociale di piazza Vittorio Veneto. In segno di lutto, il Comune ha deciso che le bandiere saranno a mezz'asta. "Il Comune di Pinerolo - racconta Nadia Possetti - ci è sempre stato vicino, dimostrando sensibilità e senso di comunità. Per noi è stato un grande sostegno. Ma, in generale, tutta la comunità pinerolese ci ha dimostrato solidarietà. In occasione dei funerali, in Duomo, l'intera città si è fermata".
L'agosto dello scorso anno fu un mese terribile. Le ore che non passavano mai e quel dolore straziante, irreale. Straziante il racconto dell'ex marito e del padre di Manuele e Camilla: "In ospedale - ricorda - ho proceduto al riconoscimento dei miei figli da alcuni brandelli dei loro abiti. Non si può morire così, non a quella età". Martedì pomeriggio parteciperà con le cognate e gli altri parenti alla commemorazione di Pinerolo: "Sinceramente - racconta ancora Nadia - non so se parleremo martedì. Forse mia sorella Egle porterà un messaggio. È stato un anno difficile, ogni giorno il pensiero corre a quel maledetto 14 agosto. E' come averlo sempre lì, davanti agli occhi. Mia sorella Egle è forte e determinata, si è assunta l'impegno di mettersi alla guida delle famiglie vittime del Morandi. Ma ogni giorno, ogni telefonata di qualche giornalista o avvocato, è un tuffo indietro di un anno".
Accanto ai lavori di ricostruzione del ponte, prosegue l'iter legale per stabilire le cause, e le responsabilità, della tragedia. "In questo momento - racconta Nadia Possetti - è tutto fermo per la pausa estiva, ma la Procura sta facendo un lavoro eccezionale, con una sensibilità davvero alta. È stato avviato un secondo incidente probatorio, per acquisire nuovi dati e nuove informazioni che saranno secondo me fondamentali in sede di processo. Siamo ottimisti e fiduciosi sul lavoro della Procura".
Il comitato delle famiglie delle vittime è coeso e unito: "Ci sentiamo quotidianamente - conclude Possetti - siamo un gruppo compatto, determinato ad arrivare alla verità e capire cosa è successo il 14 agosto 2018. In autunno poi una dozzina di famiglie del gruppo contribuirà ad una stesura editoriale in cui racconterà il proprio 'ponte Morandi', il racconto di quel giorno in cui noi perdemmo i nostri cari".
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