Piciocchi rilancia sul futuro tecnologico di Genova con la candidatura di Ilaria Cavo
di M.C.
Il candidato sindaco sottolinea il ruolo strategico della deputata nella corsa per ottenere una Gigafactory europea dedicata all’intelligenza artificiale
Il candidato sindaco del centrodestra Pietro Piciocchi ha ribadito l’importanza di una guida politica capace di dialogare con le istituzioni europee e nazionali, in un momento in cui Genova può giocarsi una partita decisiva sul piano tecnologico e occupazionale. Al centro del suo ragionamento, la figura di Ilaria Cavo, candidata vicesindaco e parlamentare di Noi Moderati, impegnata in questi giorni a Bruxelles.
Strategia e visione – «Genova oggi ha una partita da giocare che non riguarda solo i prossimi cinque anni, ma il suo futuro per i prossimi cinquanta», ha dichiarato Piciocchi, parlando delle sfide legate alla transizione digitale e alle nuove tecnologie. «La transizione tecnologica non è uno slogan, è una realtà che parla il linguaggio dell’intelligenza artificiale, dei supercalcolatori, delle Gigafactory».
Occasione europea – Proprio da Bruxelles arriva una novità potenzialmente decisiva per il capoluogo ligure. Domani sarà avviata la manifestazione di interesse per l’assegnazione delle cinque Gigafactory europee dedicate all’IA. Un’opportunità che, secondo Piciocchi, Genova è pronta a cogliere grazie a un sistema già attrezzato: «Dalla presenza dei supercomputer al know-how delle imprese, fino al tessuto tecnologico già pronto a raccogliere la sfida».
Ruolo di Ilaria Cavo – Per riuscire a entrare nel novero delle città prescelte, secondo il candidato sindaco serve però una figura capace di dialogare con chi decide: «È fondamentale avere una figura di garanzia e visione come Ilaria Cavo: una persona che lavora concretamente in Parlamento e che, come in questo caso, riesce a portare la voce di Genova a Bruxelles», ha spiegato Piciocchi.
Competenze e relazioni – «Non si tratta di titoli, ma di peso politico, di reti relazionali, di competenze vere», ha proseguito il candidato. «Se vogliamo portare a casa una Gigafactory, se vogliamo che Genova diventi una delle capitali europee dell’intelligenza artificiale, non possiamo accontentarci di chi guarda da lontano. Serve chi agisce, chi costruisce ponti istituzionali, chi non aspetta che le occasioni arrivino, ma va a prenderle».
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