Piaggio Aero, Di Maio: "Tutti i lavoratori rientreranno ma no a soluzioni che spezzino l'azienda"
di Redazione
2 min, 45 sec
Il ministro ha poi incontrato sindacati e vertici di Bombardier a Vado Ligure
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E' iniziata da Villanova d'Albenga la giornata savonese del ministro del Lavoro Luigi Di Maio, arrivato di buon'ora allo stabilimento Piaggio Aerospace per parlare con i vertici dell'azienda e con le rappresentanze sindacali della profonda crisi che è già costata la cassa integrazione a centinaia di lavoratori.
La visita si è conclusa dopo circa un'ora. Il ministro ha tracciato i tempi e gli impegni del governo su Piaggio: rispetto alle 39 manifestazioni di interesse, ha ribadito la volontà del governo di salvaguardare l'unicità dell'azienda evitando “spezzatini” di qualsiasi natura. "Su Piaggio sono molto ottimista - aveva detto Di Maio già prima di entrare - Oggi spiegheremo il crono programma per riassorbire i lavoratori, per produrre i P180 e per la manutenzione di quegli esistenti. Chiariremo anche che il programma P1HH è un programma realistico che noi vogliamo portare avanti. Quello che non vogliamo è spezzare quest’azienda, vogliamo che qui tornino a lavorare tutti i lavoratori e per questo portiamo avanti un programma di contratti che prevede sia la produzione dei motori Viper, sia quella dei nuovi P180, sia il P1HH. Ci sono tutte le condizioni perché lo stato debba fare degli investimenti e perché questi investimenti vengano prodotti qui alla Piaggio".
Commenta Alessandro Vella, Segretario Generale Fim Cisl Liguria, a fine visita: "Al di là dello sblocco dei contratti sui motori non ancora sufficienti a garantire la necessaria liquidità, serve che venga definito con urgenza il contratto delle configurazioni dei 19 retrofit P180 e dei nove nuovi velivoli. Dovrà essere presentato un nuovo testo del decreto che permetterà continuità del finanziamento del programma P1HH. Molti gli impegni verbali, mancano i contratti firmati. Per questo abbiamo incalzato il ministro sui tempi, che dovranno essere veloci per permettere la sopravvivenza dell'azienda e fare rientrare i lavoratori dalla Cigs".
Prossimo step, ha annunciato il ministro, sarà il 15 giugno, giorno il cui lo stato maggiore dell'Aeronautica dovrà indicare e definire le richieste di ammodernamento e acquisto dei velivoli P180.
Il no alla frantumazione dell'azienda corrisponde a una chiusura alle avances di Leonardo? "Le proposte di Leonardo sono sul tavolo - ha risposto Di Maio - Con Leonardo si deve lavorare ma in un’ottica di collaborazione fra un’azienda privata come Piaggio, che spero torni sul mercato al più presto, e un’azienda partecipata di stato come Leonardo. Non ci devono essere contrapposizioni ma l’unica cosa che non sono disposto a fare è spezzettare quest’azienda. Perché qui c’è una grande manodopera e una tradizione di persone che lavorano e questa va tutelata per lasciare il lavoro e la ricchezza sul territorio".
Di Maio è poi tornato a parlare della polemica con Salvini sull'utilizzo dei voli per gli spostamenti legati alla campagna elettorale in corso. "Permettetemi una battuta - ha commentato - In questi giorni molti esponenti del mio movimento mi chiamavano chiedendomi il perché io non fossi in giro per l'Italia. All'inizio pensavo fosse un mio problema, nel senso che stessi troppo al mio ministero a lavorare. Poi però ho capito che la questione era un'altra e che non potevo farci nulla".
Dopo la visita alla sede Piaggio, il ministro del Lavoro si è spostato allo stabilimento Bombardier di Vado Ligure, dove è in corso l'incontro con i vertici dell'azienda e dei sindacati. Di Maio non ha rilasciato dichiarazioni prima dell'inizio del confronto.
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