Pestato in piazza, morì dopo due anni di coma: l’aggressore ora rischia il processo per omicidio
di E.L.M
Una nuova perizia collega le lesioni del 2022 al decesso del clochard Harjit Singh nel 2024

Potrebbe finire nuovamente a processo Giovanni Meduri, 60 anni, già condannato in primo grado per le violenze su Harjit Singh, senzatetto indiano di 49 anni, pestato nel 2022 e morto dopo due anni di coma. La procura di Genova ha infatti chiuso le indagini per omicidio volontario, sostenuta da una perizia medico-legale che stabilisce un nesso diretto tra l’aggressione e la morte avvenuta nel novembre 2024.
L’autopsia – Secondo quanto emerso dagli accertamenti condotti dal medico legale Francesco Ventura, il pestaggio avrebbe causato “un indebolimento permanente delle funzioni neuro-cognitive, delle funzioni deambulatorie, della funzione prensile e della capacità di parlare, fino al decesso”. Il referto è stato trasmesso alla procura, che ha deciso di chiudere il fascicolo preliminare.
Il contesto – I fatti risalgono ad agosto 2022, in piazza Marconi, nel quartiere di Marassi. Secondo le immagini delle telecamere di sorveglianza, Singh avrebbe lanciato un oggetto contro Meduri. Quest’ultimo avrebbe reagito con una violenta aggressione: prima lo avrebbe colpito al volto con dei pugni, poi, una volta a terra, con calci ripetuti. Solo l’intervento di un altro clochard avrebbe fermato l’attacco. L’immediata segnalazione di un passante permise alla polizia di identificare e arrestare l’aggressore.
Le reazioni – L’avvocato difensore di Meduri, Cristiano Mancuso Audifredi, ha espresso dubbi sull’impostazione dell’accusa: “Mi lascia perplesso che sia stato ritenuto sussistente il nesso di causalità tra un fatto avvenuto nell’agosto 2022 e la morte verificatasi a novembre 2024, ad oltre due anni di distanza. Pur nel massimo rispetto della perizia richiesta dal pm, non escludo di incaricare un consulente di parte”.
Il nuovo procedimento – Meduri era già stato condannato a cinque anni di reclusione per il pestaggio. La nuova ipotesi di reato, ora al vaglio della procura, è omicidio volontario aggravato. L’evoluzione del caso dipenderà dal confronto tecnico tra la perizia dell’accusa e gli eventuali elementi forniti dalla difesa
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