Perché non si riesce a recuperare i fondi del Mes
di Paolo Lingua
I “misteri” italiani, si sa, sono infiniti, ma in questo caso non si tratta di indagare sui servizi segreti, ma semplicemente di capire perché il governo si è impuntato a non ricorrere al prestito (assai più agevolato rispetto al Recovery Fund ancora da venire) del Mes. Si tratta di 36 miliardi, immediatamente disponibili, restituibili a un tasso di interesse molto basso e destinabili alla sanità e ai servizi ad essa connessi. Ci sono non pochi ministri (in particolare quelli del Pd e di Italia Viva) che insistono ancora in questi giorni, proprio perché stanno emergendo non pochi problemi legati alla riapertura delle scuole e ai servizi sanitari di controllo e di gestione connessi alla vita scolastica. Per non parlare degli interventi, sovente urgenti e necessari, che sono richiesti dalla sanità pubblica, squassata dalla tempesta del coronavirus. L’ultimo intervento in questo senso è della ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti. Ma sull’argomento si è già espresso più volte il responsabile dell’economia in Europa, l’ex premier Gentiloni che ha fatto pressioni dirette sul governo.
L’atteggiamento più sfuggente, in margine al recupero dei fondi del Mes, è stato sinora quello del premo ministro Giuseppe Conte che sembra voler schivare la questione. La motivazione è politica, ma per molti aspetti, irrazionale. E’ noto che per un pregiudizio pseudo-ideologico il M5s è contrario al prestito del Mes: nel tempo, al di là dell’atteggiamento sostanzialmente antieuropeistico dei grillini, le motivazioni del “no” si sono fatte sempre più sfumate, ma la resistenza del partito non si è smontata. Ancora recentemente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio non ha nascosto la sua ostilità, mentre però tutti gli altri partiti della coalizione si sono dichiarati favorevoli. Anche nel centrodestra le posizioni sono spaccate. Contro il Mes, sempre per un vecchio antieuropeismo, sono la Meloni e Salvini. Berlusconi e i movimenti moderati sono invece favorevoli.
Anche Renzi, i piccoli partiti dell’area della sinistra e del centro sono favorevoli a loro volta. In effetti sarebbe importante recuperare il prestito del Mes perché i fondi sono immediatamente disponibili, mentre il più vasto progetto di crediti europei (quello dei fatidici 209 miliardi solo per l’Italia) sarà elargito la prossima primavera ma sulla base della valutazione della consistenza e serietà dei progetti da finanziare. Un processo assai complesso e spostato nel tempo e che deve attraversare una serie di passaggi e di consensi a livello europeo. L’operazione del Mes invece sarebbe assai più semplice e rapida. E’ evidente che Conte, in un momento di particolare difficoltà e alla vigilia di elezioni e referendum, cerca di evitare gli scontri diretti perché teme, ovviamente, un possibile crisi e cerca di tenere unita sino agli estremi del possibile la sua maggioranza che non è priva di contrasti e di lacerazioni.
Ancora una volta, comunque, lo scontro è tra Pd e grillini, sempre molto divisi sui contenuti operativi del governo e sulle strategie: una prova che viene, ancora una volta, dalla divisione di fondo esistente tra Pd e M5s, la cui convivenza è “obbligata” dalla paura di andare alle elezioni politiche. Il problema del Mes, comunque, esiste ed incombe e non si può fare finta di ignorarlo, anche perché il “no” ostinato a fondi che sarebbero utilissimi per il nostro Paese non viene compreso dall’opinione pubblica e assume la dimensione di un capriccio cocciuto. Per questo, nonostante i tentativi di rabbercio da parte di Zingaretti di cui si parlava ancora nei giorni scorsi, tutti gli interrogativi rimangono sospesi, proprio mentre si fa sempre più affannosa la ripresa della scuola, non solo da punto di vista didattico, ma in particolare per quel che riguarda le strategie di prevenzione e di controllo sanitario. I conti pubblici, lo si sa benissimo, sono in affanno e non basta accontentarsi del fatto che sono stati rimossi i limiti del debito pubblico che si gonfia di giorno in giorno. Prima o poi occorrerà rientrare dal “profondo rosso” dei nostri bilanci. Ecco perché i fondi del Mes sono più che necessari. Sono urgenti.
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