Palazzo Ducale, chiuso il bando per il nuovo direttore. La Bertolucci si sfila: "Marketing, non cultura: ecco perché non partecipo"
di Edoardo Cozza
L'ex direttore dell'ente decide di non correre per il posto. L'annuncio su Facebook: "Irrispettoso aprire anche a chi ha la laurea triennale"
Tra le circa cento persone che concorreranno per il posto di direttore di Palazzo Ducale (il bando è stato chiuso), non ci sarà chi quel ruolo lo ha ricoperto fino a pochi giorni fa, ovvero Serena Bertolucci. L'ormai ex direttore dell'ente si è sfilata dalla corsa e ha spiegato i motivi con un post su Facebook, che riportiamo di seguito:
"Cari tutte e tutti, queste righe per comunicare che non ho presentato il mio cv per il prossimo mandato a direttore di Palazzo Ducale. I motivi sono molti, moltissimi, ma uno è essenziale. Rispetto alla richiesta di manifestazione di interesse (non si tratta di bando e tanto meno di concorso, vale la pena chiarirlo) per le attività del prossimo triennio, è venuta meno la condizione principale che avrebbe dovuto muovere il tutto, proprio il mio interesse.
Guardando all’etimologia della parola, dal latino “essere in mezzo”, “interesse” ha il significato di partecipazione e condivisione; riflettendo, ho compreso che la proposta per il futuro triennio di lavoro presso Palazzo Ducale non fosse tale da suscitare il mio interesse proprio in questo senso. Non sto dicendo che sia giusta o sbagliata, semplicemente non adatta a me. Lo spostamento dell’interesse dal pubblico di prossimità verso altro, la sostituzione della valorizzazione del patrimonio architettonico con quella del patrimonio immobiliare, il focus intorno all’azione di marketing rispetto a quella culturale sono tutti compiti che sono certa qualcun altro farà meglio di me. In tutto ciò spero che l’occasione di accessibilità del pnrr non vada perduta e che il progetto tanto complesso quanto avvincente del recupero della torre Grimaldina venga portato a termine.
Aggiungo poi una questione meramente tecnica, a cui tengo. L’ammissibilità della laurea triennale per la direzione di una fondazione culturale credo non sia rispettosa nei confronti delle giovani e dei giovani che per aspirare a tali posizioni nel nostro settore non solo studiano fino alla magistrale, ma dedicano un ulteriore biennio di studi alla specializzazione. Derubricare questo percorso impegnativo, lungo e faticoso a punto opzionale credo sia ingiusto e lo scrivo pensando ai miei allievi all’università per i quali nutro ammirazione e rispetto. Molti giovani mi chiedono come possano lavorare nel mondo della cultura; spesso rispondo che tocca a noi più esperti creare le condizioni per loro, prima di tutto rimarcando l’importanza delle competenze. Con questo gesto spero di fare un piccolo passo verso quella direzione. La cultura ha bisogno di particolari competenze che vanno rispettate. E che non si improvvisano.
Ci sarà tempo per salutarci; per i prossimi mesi sarò presente, come sempre, al mio posto di lavoro che cercherò di onorare al meglio delle mie capacità. Desidero però ringraziare tutti e tutte coloro che mi hanno sostenuto, sperando comprendano la mia scelta. È stato un privilegio poter sperimentare così tanto affetto; se avessi dovuto accettare tutte le offerte di caffè in questo ultimo periodo, non avrei più dormito per i prossimi 100 anni. Mi sono sentita figlia, sorella, amica di molti e molte di voi: questo significa che la cultura unisce e crea legami profondi. Che bello".
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