Paesi Bassi, avviata la produzione di bio-olio da rifiuti plastici
di Andy Woodrook
Il nuovo impianto SPEAR, frutto della collaborazione con Sabic, punta a riciclare 20mila tonnellate di plastica all’an
La società inglese Plastic Energy ha avviato la produzione di bio-olio (detto TACOIL) nel suo impianto SPEAR di Geleen, nei Paesi Bassi, trasformando rifiuti plastici difficili da riciclare in olio da pirolisi destinato a imballaggi alimentari e plastiche medicali. Lo riporta il sito specializzato packagingeurope.com, sottolineando che si tratta della prima applicazione su larga scala di una tecnologia di riciclo chimico integrata direttamente in un impianto petrolchimico esistente.
Contesto europeo – Secondo la Commissione europea meno del 30% dei 32 milioni di tonnellate di rifiuti plastici prodotti ogni anno nel continente viene riciclato. Da questa esigenza nasce la collaborazione tra Plastic Energy e Sabic, che ha portato alla realizzazione di SPEAR, impianto basato sul processo brevettato TAC (Thermal Anaerobic Conversion). La tecnologia utilizza calore in assenza di ossigeno per scomporre plastiche miste che altrimenti finirebbero in discarica o inceneritore, producendo un sostituto della nafta tradizionale impiegabile nei normali impianti petrolchimici.
Tecnologia TAC – Il processo TAC consente la produzione di polimeri circolari adatti anche al contatto alimentare e a impieghi medicali. Plastic Energy lo ha già sperimentato in Spagna a livello industriale e con SPEAR intende inserirlo nella catena del valore della plastica esistente. L’impianto rappresenta la prima integrazione di una tecnologia di riciclo chimico di terze parti in un complesso petrolchimico operativo.
Obiettivi UE – A pieno regime SPEAR tratterà 20.000 tonnellate di rifiuti plastici l’anno, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo fissato dal Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggio dell’Unione europea, che prevede la piena riciclabilità di tutti gli imballaggi entro il 2030. L’avvio della produzione commerciale è atteso entro la fine del 2025.
Dichiarazioni – “Produrre il nostro primo TACOIL a SPEAR è un passo importante per l’industria del riciclo della plastica” ha dichiarato a packagingeurope.com Ian Temperton, amministratore delegato di Plastic Energy. “Conferma le capacità della nostra tecnologia, la solidità del processo e l’impegno del nostro team. Siamo orgogliosi della collaborazione con Sabic e del traguardo raggiunto insieme”. Temperton ha aggiunto che il riciclo chimico è “essenziale per costruire un’economia circolare, aumentando i tassi di recupero, riducendo le emissioni di CO2 e dimostrando il potenziale dell’innovazione industriale”.
Confronti internazionali – Lo sviluppo olandese segue iniziative analoghe in Europa. All’inizio dell’anno OMV ha completato l’espansione della propria tecnologia ReOil presso la raffineria di Schwechat, in Austria, con l’obiettivo di convertire fino a 16.000 tonnellate annue di rifiuti plastici misti in materie prime chimiche.
Sfide economiche – Nonostante i progressi tecnologici, rimangono ostacoli economici rilevanti. Secondo Bain & Company, per raggiungere la parità di costo con la produzione di plastiche vergini occorrerà riciclare globalmente 650 milioni di tonnellate di poliolefine nei prossimi 20-30 anni. In Europa, il riciclo chimico delle poliolefine risulta quasi due volte più costoso rispetto alla produzione da materie prime vergini, ponendo interrogativi sulla sostenibilità economica di questi progetti.
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